Anathapindika

Scultura Bharhut, donazione di Anathapindika

Anathapindika, nato Sudatta (lingua pali: Anāthapiṇḍika; lingua sanscrita: Anāthapiṇḍada[1]; Shravasti, ... – Shravasti, ...; fl. V secolo a.C.), è stato un ricco mercante e banchiere indiano, ritenuto il più ricco mercante di Savatthi ai tempi di Gautama Buddha.

È considerato il principale patrono maschile del Buddha. Fondò il Monastero di Jetavana a Savatthi, considerato uno dei due templi più importanti al tempo del Buddha storico, l'altro è Migāramātupāsāda.

Anathapindika nacque in una ricca famiglia di mercanti a Savatthi con il nome di nascita Sudatta, ed era un parente di Subhūti, uno dei dieci discepoli principali del Buddha. Divenne ampiamente noto con il soprannome di Anathapindika, letteralmente "colui che fa l'elemosina (piṇḍa) agli indifesi (anātha)", a seguito della sua reputazione dell'amore di donare ai bisognosi. Incontrò il Buddha durante un viaggio d'affari a Rājagaha dopo che suo cognato gli aveva parlato di lui. Raggiunse il "sotapanna", uno stadio di illuminazione, dopo aver ascoltato la predicazione del Buddha. In seguito all'incontro, divenne un devoto seguace laico e acquistò un terreno, per costruire il Monastero di Jetavana, dal principe di Kosala coprendo il parco con monete. Dopo aver costruito il Monastero di Jetavana continuò a sostenere generosamente il Buddha e la sua comunità monastica per tutta la vita e divenne noto come il più grande patrono e benefattore del Buddha insieme alla sua controparte femminile, Visakha.

Come patrono principale, Anathapindika nutriva quotidianamente un gran numero di monaci del Buddha e manteneva e riforniva regolarmente il monastero di Jetavana, oltre a servire come uno dei principali aiutanti del Buddha nei rapporti con il pubblico in generale. È conosciuto come il discepolo laico maschio del Buddha che era il primo in generosità. Anathapindika è spesso indicato come Anathapindika-setthi (setthi che significa "persona ricca" o "milionario"),[2] ed è talvolta indicato come Mahā Anāthapindika per distinguerlo da Cūla Anāthapindika, un altro discepolo del Buddha.[3]

  1. ^ (EN) Robert E. Buswell Jr e Donald S. Lopez Jr, The Princeton Dictionary of Buddhism, Princeton University Press, 24 novembre 2013, pp. 383, ISBN 978-0-691-15786-3.
  2. ^ (EN) Shravasti Dhammika, The Buddha and His Disciples, Buddhist Publication Society, 1º dicembre 2005, pp. 64, ISBN 978-955-24-0280-7.
  3. ^ Anāthapindika, su palikanon.com. URL consultato il 17 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017).

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