Alfonso La Marmora

Alfonso La Marmora

Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia
Durata mandato28 settembre 1864 –
20 giugno 1866
MonarcaVittorio Emanuele II
PredecessoreMarco Minghetti
SuccessoreBettino Ricasoli

Ministro degli affari esteri del Regno d'Italia
Durata mandato28 settembre 1864 –
20 giugno 1866
Capo del governose stesso
PredecessoreEmilio Visconti-Venosta
SuccessoreBettino Ricasoli

Ministro della marina del Regno d'Italia
Durata mandato28 settembre 1864 –
24 dicembre 1864
Capo del governose stesso
PredecessoreEfisio Cugia
SuccessoreDiego Angioletti

Presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna
Durata mandato19 luglio 1859 –
21 gennaio 1860
PredecessoreCamillo Benso di Cavour
SuccessoreCamillo Benso di Cavour

Ministro della guerra del Regno di Sardegna
Durata mandato28 ottobre 1848 –
16 dicembre 1848
Capo del governoEttore Perrone di San Martino
PredecessoreGiuseppe Dabormida
SuccessoreEttore De Sonnaz

Durata mandato2 febbraio 1849 –
9 febbraio 1849
Capo del governoVincenzo Gioberti
PredecessoreEttore De Sonnaz
SuccessoreAgostino Chiodo

Durata mandato3 novembre 1849 –
2 aprile 1855
Capo del governoMassimo d'Azeglio, Camillo Benso, conte di Cavour
PredecessoreEusebio Bava
SuccessoreGiacomo Durando

Durata mandato16 gennaio 1856 –
aprile 1859
Capo del governoCamillo Benso, conte di Cavour
PredecessoreGiacomo Durando
SuccessoreCamillo Benso, conte di Cavour

Durata mandato19 luglio 1859 –
21 gennaio 1860
Capo del governose stesso
PredecessoreCamillo Benso, conte di Cavour
SuccessoreManfredo Fanti

Ministro degli affari esteri del Regno di Sardegna
Durata mandato12 luglio 1851 –
15 settembre 1851
Capo del governoMassimo d'Azeglio
PredecessoreMassimo d'Azeglio
SuccessoreMassimo d'Azeglio

Deputato del Regno d'Italia
MonarcaVittorio Emanuele II di Savoia
LegislaturaVIII, IX, X, XI, XII
Gruppo
parlamentare
Destra storica
CollegioRacconigi, Pancalieri, Biella

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaI, II, III, IV, V, VI, VII

Dati generali
Partito politicoDestra storica
Alfonso La Marmora
Il generale Alfonso La Marmora nel 1855 circa, durante la guerra di Crimea
NascitaTorino, 18 novembre 1804
MorteFirenze, 5 gennaio 1878
Luogo di sepolturaCripta La Marmora nella basilica di San Sebastiano a Biella
ReligioneCattolica
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Armata Sarda
Regio esercito
ArmaEsercito
SpecialitàArtiglieria
Anni di servizio1823 - 1866
GradoGenerale d'armata (1856)
ComandantiFerdinando di Savoia, duca di Genova
GuerrePrima guerra d'indipendenza
Guerra di Crimea
Seconda guerra d'indipendenza
Terza guerra d'indipendenza
BattaglieBattaglia di Pastrengo
Battaglia di Santa Lucia
Battaglia di Custoza (1848)
Battaglia della Cernaia
Battaglia di Palestro
Battaglia di Solferino e San Martino
Battaglia di Custoza (1866)
Comandante di6ª Divisione dell'esercito piemontese (1849)
2º Corpo d'armata dell'esercito piemontese
Corpo di spedizione piemontese in Crimea (1855)
Decorazionivedi Onorificenze
Studi militariRegia Accademia Militare di Torino
Pubblicazionivedi Bibliografia
Altre carichepolitico
per le fonti vedi la Bibliografia e le note al testo
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Alfonso Ferrero della Marmora, o Alfonso della Marmora o più comunemente Alfonso La Marmora (Torino, 18 novembre 1804Firenze, 5 gennaio 1878), è stato un generale e politico italiano.

Collaboratore del re di Sardegna Carlo Alberto, combatté nella prima guerra d'indipendenza (1848-1849). Nominato più volte ministro della guerra, fra il 1849 e il 1857 riorganizzò radicalmente la Regia Armata Sarda.

Primo consigliere militare del presidente del Consiglio Cavour, nel 1855-1856 guidò con successo il contingente piemontese nella guerra di Crimea e fu ministro della guerra durante la seconda guerra di indipendenza. Fu presidente del Consiglio in varie occasioni dal 1859 al 1866, prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d'Italia. Nel 1866 diresse le trattative che portarono all'alleanza italo-prussiana e alla terza guerra d'indipendenza, durante la quale fu capo dell'esercito. Nonostante dal conflitto l'Italia avesse ottenuto il Veneto, La Marmora fu investito da gravi polemiche per la sconfitta di Custoza. Abbandonato anche dalla corte, si ritirò a vita privata.

Il suo nome è legato anche ad altri eventi del Risorgimento: la rivolta di Genova del 1849, la lotta al brigantaggio (dal 1861 al 1864), la giornata dell'Aspromonte, le conseguenze della convenzione di settembre, la conclusione dell'armistizio di Cormons e i rapporti diretti con Napoleone III di Francia. Viene a volte confuso con il fratello Alessandro, fondatore dei bersaglieri.


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