Archeologia sperimentale

Un archeologo impiega la ricostruzione di un'ascia del 5000-5600 a.C.

L'archeologia sperimentale è una disciplina storica che tenta di verificare sperimentalmente, mettendole in pratica, le tecniche costruttive e di fabbricazione antiche, le caratteristiche dei manufatti e degli edifici così prodotti, l'organizzazione del lavoro e l'organizzazione sociale necessarie per arrivare a quei risultati. Essa si presenta pertanto come una disciplina complementare all'archeologia classica e in particolare della archeologia della produzione, che da una parte si appropria delle ricerche svolte da quest'ultima, dall'altra la completa, dando indicazioni sulla fattibilità e la coerenza delle ipotesi storico-archeologiche.

In linea con l'approccio delle scienze sperimentali, questa disciplina impone un rigoroso metodo di lavoro, in modo da ottenere risultati condivisibili, riproducibili e misurabili. Va specificato che il risultato non è il manufatto riprodotto, ma l'insieme di conoscenze che si ricavano durante il lavoro di ricerca.

L'archeologia sperimentale non è pertanto una semplice messa in opera di spettacoli di ricostruzione storica. Ciononostante questa disciplina costituisce una fonte di informazione attendibile per queste attività, e spesso gli archeologi si prestano come operatori nelle relative manifestazioni. Inoltre, la possibilità di rapportarsi nella pratica con le tecnologie antiche risulta di grande valore didattico, permettendo di avvicinare il grande pubblico e far interessare i bambini.


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