Battaglia di Borodino

Battaglia di Borodino
parte della Campagna di Russia
La battaglia di Borodino (o della Moscova)
Data7 settembre 1812
LuogoBorodino, Russia
EsitoVittoria francese non decisiva
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
130.000 uomini e 587 cannoni[1]125.000 uomini e 624 cannoni[2]
Perdite
35.000 morti, feriti, dispersi[3]45.000-50.000 morti, feriti, dispersi, prigionieri[4]
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La battaglia di Borodino, conosciuta nella storiografia francese come battaglia della Moscova (7 settembre 1812[5]), fu combattuta durante la campagna di Russia e fu una delle più grandi e sanguinose battaglie delle guerre napoleoniche; coinvolse oltre 250.000 soldati delle due parti, con la perdita, tra morti e feriti, di circa 80.000 uomini. Napoleone la definì "la più terribile delle mie battaglie"[3].

Venne combattuta tra la Grande Armata di Napoleone e l'esercito russo guidato dal generale Michail Kutuzov vicino al villaggio di Borodino. L'imperatore francese, desideroso di vincere una grande battaglia decisiva per concludere rapidamente la campagna di Russia, adottò una tattica di attacco frontale che costò gravi perdite alle proprie truppe, contro le forze russe organizzate su posizioni difensive; dopo una lotta durata molte ore, i francesi, grazie soprattutto al fuoco devastante della loro artiglieria concentrata, riuscirono a conquistare le fortificazioni del nemico che, tuttavia, ripiegò con ordine su posizioni più arretrate.

Nel momento culminante, Napoleone aveva rifiutato di impiegare la Guardia imperiale. Il giorno seguente il maresciallo Kutuzov decise, a causa delle elevatissime perdite subite, di abbandonare il campo di battaglia e continuare la ritirata verso Mosca. Napoleone poté quindi entrare con il suo esercito nella antica capitale russa ma, non essendo riuscito a distruggere l'armata nemica né a scuoterne il morale e la volontà combattiva, non raggiunse un successo decisivo.

Nel tempo la battaglia di Borodino, che dal punto di vista militare fu una vittoria di Napoleone, è stata trasformata dalla letteratura e dalla storiografia russa, soprattutto a partire dall'interpretazione di Lev Tolstoj, in un simbolo della vittoriosa "guerra patriottica" contro l'invasore e della tenacia e dell'incrollabile capacità di resistenza dell'esercito e della nazione russa[6].

  1. ^ Lieven 2010,  pp. 202 e 207.
  2. ^ Lieven 2010,  pp. 207 e 212.
  3. ^ a b Nicolson 2001,  p. 126.
  4. ^ Lieven 2010,  p. 218.
  5. ^ Il 26 agosto secondo il calendario giuliano ancora in uso allora in Russia
  6. ^ Nicolson 2001,  pp. 126-127.

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