Battaglia di Shiloh

Battaglia di Shiloh (Pittsburg Landing)
parte della guerra di secessione americana
Raffigurazione a stampa della Battaglia di Shiloh
Data6 – 7 aprile 1862
LuogoContea di Hardin, Tennessee
EsitoVittoria dell'Unione[1]
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
13.047[5][6](1.754 morti; 8.408 feriti,; 2.885 prigionieri/dispersi)10.699[7][8](1.728 morti; 8.012 feriti; 959 prigionieri/dispersi)
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La battaglia di Shiloh, conosciuta anche come battaglia di Pittsburg Landing, fu uno dei maggiori conflitti nell'ambito del Teatro Occidentale della guerra di secessione americana, avvenuto tra il 6 e il 7 aprile 1862 nel Tennessee Sud-occidentale.

Un'armata dell'Unione, conosciuta come Armata del Tennessee[9], composto da 44 894 effettivi[10][11] e sotto il comando del Maggior generale Ulysses S. Grant si mosse dal fiume Tennessee verso meridione accampandosi nella località detta Pittsburg Landing, nella contea di Hardin (Tennessee) sulla riva occidentale del fiume; fu poi appoggiato dall'Armata dell'Ohio[12] composta da 17.918 effettivi[11][13].

L'Armata confederata del Mississippi[14][15] diretta dal Generale Albert Sidney Johnston e dal suo secondo in comando Pierre Gustave Toutant de Beauregard lanciò un attacco a sorpresa partendo dalla base situata nei pressi di Corinth (Mississippi); il comandante sudista rimase ferito mortalmente durante i cruenti scontri e il suo sostituto Beauregard decise infine di interrompere l'attacco a tarda sera. Le forze di Grant furono invece rinforzate, nel corso della nottata, da una delle sue divisioni posizionate più a nord, a cui se ne aggiunsero velocemente altre tre provenienti dall'armata guidata da Don Carlos Buell; ciò permise loro di lanciare un inatteso contrattacco il mattino seguente annullando le conquiste confederate del giorno precedente.

Il 6 aprile 1862, primo giorno della battaglia, i confederati tentarono di attirare i difensori unionisti lontano dal fiume, verso ovest, in direzione delle paludi di "Owl Creek"; Johnston sperò in tal modo di poter sconfiggere gli avversari prima del previsto arrivo dell'Armata dell'Ohio di Buell. Le linee di battaglia però si fecero presto assai confuse durante gli aspri combattimenti e gli uomini di Grant si spostarono a nord-est, verso Pittsburg Landing, prendendo posizione su una strada chiamata "nido di vespe" (Hornet's Nest). Le divisioni di Benjamin Prentiss e W.H.L. Wallace fornirono il tempo necessario affinché la linea del fronte si stabilizzasse sotto la protezione di numerose postazioni d'artiglieria; Wallace fu ferito a morte quando la posizione crollò sotto la spinta degli aggressori, mentre diversi reggimenti delle due divisioni furono circondati e costretti alla resa. Johnston, colpito ad una gamba, morì dissanguato mentre conduceva personalmente un attacco. Beauregard, il suo secondo, giunse a riconoscere quanto le truppe fossero esauste per l'impegno profuso lungo l'intera giornata, e decise di non portare quella notte l'assalto conclusivo alla linea unionista.

Gli uomini di Buell, stanchi ma senza aver combattuto, e ben organizzati, ed una divisione aggiuntiva dell'armata di Grant arrivarono entro la tarda serata, contribuendo sostanzialmente a ribaltare la situazione la mattina seguente quando iniziò un contrattacco lungo l'intera linea. Le forze confederate furono costrette a retrocedere dall'intera area, ponendo definitivamente termine alle loro speranze di bloccare l'avanzata nel nord del Mississippi.

La battaglia di Shiloh si rivelò essere la battaglia più sanguinosa dell'intera storia degli Stati Uniti d'America fino a quel momento, superata però già a settembre di quello stesso anno dalla battaglia di Antietam.

  1. ^ National Park Service.
  2. ^ 66.812 secondo Eicher, pp. 222–223 (Army of the Tennessee: 48.894; Army of the Ohio: 17.918); Stephens, pp. 80, 90–93.
  3. ^ Official Records, Series I, Volume X, Part 1, page 396.
  4. ^ 44.699 secondo Eicher, p. 222
  5. ^ Official Records, Series I, Volume X, Part 1, page 108.
  6. ^ Cunningham, pp. 422–24.
  7. ^ Official Records, Series I, Volume X, Part 1, page 395.
  8. ^ Cunningham, p. 422.
  9. ^ Official Records, Series I, Volume X, Part 1, pages 100–105.
  10. ^ Altre informazioni in Official Records, Series I, Volume X, Part 1, page 112.
  11. ^ a b 48 894 secondo Eicher, p. 222.
  12. ^ Official Records, Series I, Volume X, Part 1, pages 105–108.
  13. ^ 17.918 secondo Eicher, p. 223.
  14. ^ Official Records, Series I, Volume X, Part 1, pages 382–384.
  15. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ArmyMiss

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