Bozza:Villa delle Vignacce

Ritornando indietro e ripercorrendo i sentieri del Parco degli Acquedotti che portano all’altezza di via Valerio Publicola arriviamo ai resti della Villa delle Vignacce. La villa apparteneva a Quinto Servilio Pudente sulla base dei rinvenimenti di alcune fistulae con il nome di Q. Servilus Pudedens, facoltoso produttore di mattoni con legami con la corte imperiale collocabile in età adrianea e dalle sue officine si ricavarono i mattoni usati per Villa Adriana. Tra i proprietari della villa vi era anche Sempronius Proculo in un arco di tempo che va dal I sec. d.C. e la prima metà del II d.C. La villa  si collocava su una terrazza artificiale  e aveva una parte ad uso residenziale e un settore ad uso rustico.  Il rinvenimento di numerose  statue, marmi e l’architettura mistilinea  ci va pensare che la villa  era lussuosa. In particolare la scoperta della testa di Giulia Domna potrebbe ricollegarsi al fatto che il possedimento sia rientrato nel demanio imperiale. Altre statue ritrovate sono quella di Marsia il famoso satiro che sfidò Apollo che attualmente si trova alla Centrale Montemartini.  Molte parti della villa sono interrate e  si presenta in un precario stato di conservazione, ma si distinguono i resti di una fontana absidata e di una sala circolare che faceva parte di un impianto termale. Nelle vicinanze della villa andando a ridosso dell’acquedotto Claudio si conserva anche la cisterna più grande  della villa, ma ne possedeva almeno altre tre più piccole. Testo a cura di Mario Ierardi


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