Campagna di Guadalcanal

Campagna di Guadalcanal
parte del teatro del Pacifico
della seconda guerra mondiale
Marine della 2ª Divisione si riposano durante una pausa nei combattimenti sull'isola di Guadalcanal (novembre 1942).
Data7 agosto 1942 - 9 febbraio 1943
LuogoGuadalcanal, Isole Salomone
EsitoVittoria strategica alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
60 000 uomini (solo forze terrestri)[4]36 200 uomini (solo forze terrestri)[5]
Perdite
7 100 morti
4 prigionieri
29 navi affondate
615 aerei distrutti[6]
31 000 morti
1 000 prigionieri
38 navi affondate
683-880 aerei distrutti[7][8]
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La campagna di Guadalcanal, nota anche come battaglia di Guadalcanal, ebbe luogo tra il 7 agosto 1942 e il 9 febbraio 1943 nel teatro del Pacifico della seconda guerra mondiale tra gli Alleati sbarcati sull'isola di Guadalcanal, nelle Salomone meridionali, e l'Impero giapponese che all'inizio del luglio 1942 aveva cominciato a costruirvi sulla costa nord una pista aerea. Rappresenta la prima grande offensiva lanciata dagli Alleati contro il Giappone, che fino ad allora aveva mantenuto l'iniziativa bellica.

Il 7 agosto 1942 le forze alleate, principalmente composte da truppe statunitensi, sbarcarono sull'isola di Guadalcanal, su quella di Tulagi e su quella di Gavutu-Tanambogo per privare il Giappone di tali basi avanzate e conquistare l'aeroporto che avrebbe potuto minacciare, una volta completato, le rotte dei rifornimenti tra gli Stati Uniti, l'Australia e la Nuova Zelanda; messe in sicurezza, le isole sarebbero servite agli Alleati per supportare una campagna volta a neutralizzare o catturare le piazzeforti giapponesi nella Nuova Britannia, come Rabaul.

Sorpresi dall'offensiva i giapponesi effettuarono tra agosto e novembre numerosi tentativi di riprendere l'isola e la base aerea (denominata Henderson Field dagli statunitensi) che causarono tre battaglie terrestri, cinque battaglie navali e scontri aerei quasi quotidiani, una serie di combattimenti culminata nella decisiva battaglia navale di Guadalcanal a metà novembre, nella quale venne respinto l'ultimo grande sforzo giapponese di far sbarcare un numero sufficiente di truppe per ricatturare l'aeroporto. A dicembre il Giappone rinunciò alla riconquista dell'isola di Guadalcanal ed evacuò le forze restanti entro il 9 febbraio 1943, lasciando definitivamente l'isola in mano agli Alleati.

La campagna di Guadalcanal segnò la prima grande vittoria strategica degli Alleati sul Giappone e perciò venne spesso definita il punto di svolta della guerra: la campagna rappresentò per gli Alleati l'inizio della transizione dalle operazioni difensive a quelle offensive, mentre il Giappone venne costretto sempre più sulla difensiva. Dal successo a Guadalcanal gli Stati Uniti continuarono la campagna attraverso il Pacifico, che culminò con la sconfitta del Giappone e il termine della seconda guerra mondiale.

  1. ^ Zimmerman, pp. 173-175 documenta la partecipazione di nativi delle Isole Salomone nell'esercito neozelandese. Le Salomone erano sotto il controllo politico del Regno Unito durante la guerra eccettuata la porzione settentrionale, parte del mandato australiano della Papua Nuova Guinea.
  2. ^ (EN) Vava'u Press Ltd, Matangi Tonga Online, 2006, su matangitonga.to. URL consultato il 14 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2020). afferma che ventotto soldati del protettorato britannico di Tonga combatterono a Guadalcanal e che due rimasero uccisi. [collegamento interrotto]
  3. ^ Jersey, pp. 356-358. Con lo sviluppo della campagna, gli statunitensi vennero assistiti da commando di soldati della colonia britannica delle Figi, guidati da ufficiali e sottufficiali delle forze di spedizione neozelandesi (New Zealand Expeditionary Force).
  4. ^ Frank, pp. 57, 619-621 e Rottman, p. 64. Approssimativamente 20 000 marines e 40 000 soldati dell'esercito sbarcarono a Guadalcanal nelle varie fasi della campagna.
  5. ^ Rottman, p. 65. Durante la campagna sbarcarono 31 400 soldati e 4 800 marinai. Jersey, pp. 348-350 afferma che in totale vennero inviati 50 000 tra soldati e marinai e che la maggior parte della guarnigione originale di 2 800 soldati fu evacuata con successo nel novembre-dicembre 1942 mediante il Tokyo Express.
  6. ^ Frank, pp. 598-618; Lundstrom, p. 456. Nella battaglia dell'isola di Savo furono uccisi 85 australiani. Il numero di morti tra gli indigeni delle Salomone è sconosciuto. La maggior parte, se non l'interezza, delle altre perdite è rappresentata da vittime statunitensi: il numero include persone uccise da tutte le cause possibili (combattimento, incidenti, malattie). Le perdite includono 1 768 soldati, 4 911 marinai e 420 aviatori; quattro piloti statunitensi, catturati durante la battaglia delle isole Santa Cruz, sopravvissero alla prigionia. Jersey, pp. 346, 449 asserisce che, secondo documenti giapponesi, un numero sconosciuto di persone appartenenti alle forze terrestri e aeronavali fu catturato e morì in prigionia per cause non ben definite e in data ignota. Clemens, p. 295 puntualizza che due marinai catturati vennero legati a due alberi e vivisezionati senza anestesia da un chirurgo militare, come dimostrazione medica. Le navi affondate erano sia unità da guerra che naviglio di scorta. Il numero degli aerei distrutti comprende le perdite dovute a tutte le cause possibili.
  7. ^ Frank, pp. 598-618; Rottman, p. 65 I numeri includono persone uccise da ogni possibile causa (combattimento, malattie, incidenti) e si suddividono in 24 600 soldati, 4 543 marinai e 2 300 aviatori. Circa 9 000 uomini morirono di malattie. La maggior parte dei prigionieri erano lavoratori coreani assegnati alle unità di costruzione della marina giapponese. Le navi affondate erano sia unità da guerra che naviglio di scorta. Il numero degli aerei distrutti comprende le perdite dovute a tutte le cause possibili.
  8. ^ Shaw, p. 52.

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