Cometa di Halley

Cometa
1P/Halley
Scopertascoperta non databile; primo avvistamento documentato, 66 d.C.; prima previsione del suo perielio, 1758;
Designazioni
alternative
1P/1982 U1, 1986 III, 1982i, 1P/1909 R1, 1910 II, 1909c, 1P/1835 P1, 1835 III, 1P/1758 Y1, 1P/1682 Q1, 1P/1607 S1, 1P/1531 P1, 1P/1456 K1, 1P/1378 S1, 1P/1301 R1, 1P/1222 R1, 1P/1145 G1, 1P/1066 G1, 1P/989 N1, 1P/912 J1, 1P/837 F1, 1P/760 K1, 1P/684 R1, 1P/607 H1, 1P/530 Q1, 1P/451 L1, 1P/374 E1, 1P/295 J1, 1P/218 H1, 1P/141 F1, 1P/66 B1, 1P/−11 Q1, 1P/−86 Q1, 1P/−163 U1, 1P/−239 K1
Parametri orbitali
(all'epoca 17 febbraio 1994)
Semiasse maggiore17,83414429255373 au
Perielio0,585978111516909 au
Afelio35,08231047359043 au
(9 dicembre 2023)[1]
Periodo orbitale76 anni (27509,1290731861 giorni)
Inclinazione orbitale162,262690579161°
Eccentricità0,967142908462304
Longitudine del
nodo ascendente
58,42008° e 59,114482936739°
Par. Tisserand (TJ)−0,605 (calcolato)
Ultimo perielio9 febbraio 1986
Prossimo perielio29 luglio 2061[2]
Dati fisici
Diametro medio11 km[3]
Dati osservativi
Magnitudine ass.5,5

La cometa di Halley, il cui nome ufficiale è 1P/Halley, è la più famosa e brillante delle comete periodiche provenienti dal disco diffuso, le quali passano per le regioni interne del sistema solare ad intervalli di decine di anni, a differenza delle migliaia di anni delle comete provenienti dalla nube di Oort. È così chiamata in onore di Edmond Halley, che per primo ne predisse il ritorno al perielio calcolandone il periodo orbitale nel 1705, intuendo che si trattava della stessa cometa le cui osservazioni erano state riportate da diversi astronomi del passato, almeno dal 204 a.C. in poi.

La cometa di Halley è il prototipo di comete caratterizzate da periodi orbitali compresi tra i 20 ed i 200 anni ed orbite che possono presentare inclinazioni elevate rispetto al piano dell'eclittica.

L'ultimo passaggio al perielio della cometa di Halley è stato nel 1986; il prossimo sarà nel 2061.

  1. ^ Donald K. Yeomans, Horizon Online Ephemeris System, su ssd.jpl.nasa.gov, California Institute of Technology, Jet Propulsion Laboratory. URL consultato l'8 settembre 2006.
  2. ^ I dati di 1P dal sito MPC.
  3. ^ I dati di 1P dal sito JPL.

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