Crociata del 1101

Crociata del 1101
parte delle crociate
Cartina che riproduce le operazioni militari compiute dai contingenti cristiani nel 1101 in Anatolia
Dataestate del 1101
LuogoAnatolia
Esitovittoria della coalizione musulmana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
tra 10 000[1] e 70 000[2] (spedizione lombarda)
almeno 10 000 (spedizione franco-tedesca)[1][3]
tra 3 000[1] e 15 000[4] (spedizione nivernese)
almeno 16 000 (spedizione aquitano-bavarese)[5]
almeno 10 000
Perdite
ingentilimitate
ogni gruppo di non-combattenti cristiani delle singole spedizioni finisce trucidato o schiavizzato
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La crociata del 1101, anche nota al plurale come crociate del 1101, fu in realtà l'insieme di più spedizioni organizzate in seguito al successo della prima crociata, alla fine della quale si era palesata l'esigenza di rafforzare il neonato regno di Gerusalemme. Verso la fine del 1100, un insieme di combattenti accompagnati anche da donne e bambini partì dalla Lombardia alla volta della Terrasanta, venendo raggiunto a Costantinopoli da un altro gruppo partito dalla Francia. Anziché ripetere il più sicuro percorso della prima crociata, il seguito deviò verso est allo scopo di liberare Raimondo IV di Tolosa, che si trovava prigioniero a Neocesarea. Avvertito della presenza degli stranieri, il sultano selgiuchide Kilij Arslan I aveva assembrato una grande coalizione musulmana che mise in seria difficoltà l'avanzata dei cristiani, costringendoli alla fame e attaccandoli in maniera costante. Alla fine, egli riuscì a surclassare il fitto esercito nemico nella battaglia di Mersivan, trascinatasi per qualche giorno.

Nel frattempo, a Costantinopoli giunsero in momenti diversi due altri spedizioni, una partita dal Nivernese, l'altra dall'Aquitania e della Baviera. Alcuni membri di quest'ultimo nugolo di combattenti si convinsero a viaggiare via mare, sbarcando in Palestina nel giro di cinque settimane. Tale scelta rappresentò la loro salvezza, considerando che ognuna delle armate che aveva marciato via terra fu intercettata da Kilij Arslan e infine surclassata in due distinte occasioni nei pressi di Eraclea Cibistra. I pochi sopravvissuti a queste disastrose campagne riuscirono quasi tutti, in maniera rocambolesca, a raggiungere la Terrasanta, dove trascorsero qualche mese nel 1102. L'esito della crociata del 1101, la cui denominazione peraltro non è univoca, ne pregiudicò probabilmente l'interesse degli autori occidentali dell'epoca e di quelli dei secoli successivi, i quali dimostrarono scarsa volontà nell'approfondire le vicende di quella che, ai loro occhi, era una pagina buia. Di recente, gli studiosi hanno dedicato un più attento sguardo agli eventi storici, sviscerandone ogni prospettiva ed evitando di limitarsi alle conclusioni frettolose avanzate da alcuni cronachisti medievali in merito a presunti complotti bizantini o in merito alle scelte eccessivamente improvvide compiute dall'uno o dall'altro contingente di soldati giunti dall'Europa. Malgrado la crociata si concluse con un insuccesso, in quanto i rinforzi che si aspettava arrivassero in Terrasanta furono in realtà pochissimi, essa non esaurì il movimento crociato e dimostrò che la rotta più sicura era quella lungo il Mar Mediterraneo, circostanza che rafforzò la potenza commerciale e non solo delle repubbliche marinare italiane.

  1. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore mul304
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore and238
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore run299
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ric128
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore mul306

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