Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1848

Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1848
Stato Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Data
7 novembre
Collegio elettorale 290 elettori
Affluenza 72,7% (Diminuzione 6,2%)
Zachary Taylor.jpeg
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Martin Van Buren daguerreotype by Mathew Brady circa 1849 - edit 1 cropped to face.png
Candidati
Partiti
Voti
1.361.393
47,3%
1.223.460
42,5%
291.501
10,1%
Elettori
163 / 290
127 / 290
0 / 290
Elettori per stato federato
Presidente uscente
James K. Polk (Partito Democratico)

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1848 furono la 16° tornata elettorale quadriennale e si tennero martedì 7 novembre. Furono vinte da Zachary Taylor del Partito Whig ed originario della Louisiana, battendo l'esponente del Partito Democratico Lewis Cass del Michigan e l'ex presidente Martin Van Buren dello Stato di New York affiliato alla nuova formazione politica denominata Free Soil Party.

Il presidente uscente James Knox Polk, avendo raggiunto tutti i suoi principali obiettivi in un solo mandato e soffrendo di un declino irreversibile della propria salute, mantenne la sua promessa di non candidarsi alla rielezione.

Questa fu la prima volta il cui si votò lo stesso giorno (election day) in ognuno degli Stati federati degli Stati Uniti d'America, ed anche la prima volta che il giorno delle elezioni fu fissato per legge di martedì[1].

I Whig nel 1846-1847 avevano concentrato tutte le loro energie nel condannare le politiche di guerra di Polk; si impegnarono a cambiare politica il più rapidamente possibile. Nel febbraio del 1848 il presidente però sorprese tutti con il trattato di Guadalupe Hidalgo che pose fine alla guerra messico-statunitense e diede alla nazione il possesso di nuovi vasti territori (compresi quelli che ora sono gli Stati della California, del Nevada, dello Utah più parti sostanziose dello Wyoming, del Colorado, dell'Arizona e del Nuovo Messico).

I Whig in Senato votarono a maggioranza a favore dell'accordo stipulato; poi, con l'approssimarsi dell'estate, nominarono l'eroe della guerra Zachary Taylor come loro candidato. Taylor non prometteva altre guerre future, ma non condannò neppure il conflitto appena concluso né criticò l'operato di Polk, cosicché il Partito dovette seguire il suo esempio e adeguarsi, anche se non totalmente convinto[2]. I Whig spostarono quindi la loro attenzione su una nuova questione scottante, se cioè la schiavitù dovesse o meno poter venire bandita dai nuovi territori appena acquisiti.

La scelta di Taylor fu fatta quasi per disperazione; egli infatti non aveva principi chiaramente identificabili con quelli Whig, ma risultò essere assai popolare nella guida dello sforzo bellico. I Democratici avevano alle spalle un periodo di successi, prosperità e l'acquisto sia dell'Oregon che degli Stati Uniti sud-occidentali. Una loro vittoria dovette quindi sembrare quasi certa, a meno che i Whig non avessero accolto dalla propria parte Taylor.

La sua vittoria lo rese uno dei due soli Whig ad essere eletto presidente prima che il Partito cessasse di esistere nel corso degli anni 1850; l'altro era stato William Henry Harrison alle elezioni presidenziali del 1840, anch'egli un generale eroe di guerra, ma era morto appena un mese dopo aver assunto l'incarico (il che rese la presidenza di William Henry Harrison la più breve di tutta la storia degli Stati Uniti d'America).

La presidenza di Zachary Taylor si sarebbe a sua volta interrotta bruscamente dopo soli sedici mesi a causa dell'improvvisa morte del presidente e pertanto essere sostituita dalla presidenza di Millard Fillmore. Nella mappa dei risultati a lato il colore giallo-marroncino segnala gli Stati vinti dal "ticket" presidenziale Taylor/Fillmore (15), mentre il blu denota quelli conquistati dall'accoppiata Cass/Butler (anch'essi 15). I numeri indicano il numero di voti elettorali assegnati a ciascuno Stato.

  1. ^ President Elect – Previous Trivia Of The Week. URL consultato il 3 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2017).
  2. ^ About Zachary Taylor, What is USA News, 12 febbraio 2014. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2013).

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