Esistenzialismo

Quattro celebri e importanti filosofi esistenzialisti, da sinistra a destra, e dall'alto in basso: Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, Sartre

L'esistenzialismo è una variegata e non omogenea corrente di pensiero che si è espressa in vari ambiti culturali e sociali umani, tra filosofia, letteratura, arti e costume, affermando, nell'accezione più comune del termine, il valore intrinseco dell'esistenza umana individuale e collettiva come nucleo o cardine di riflessione, diversamente da altre correnti e principi filosofici più totalizzanti, assolutistici.[1]

Nasce tra il XVIII e il XIX secolo, trovando ampio sviluppo nel XX secolo, diffondendosi e affermandosi principalmente tra la fine degli anni venti e i cinquanta. A partire soprattutto dagli anni Trenta del Novecento, sull’onda della riscoperta di Kierkegaard, autori e filosofie dell'esistenzialismo insistono sul valore specifico dell'individuo e sul suo carattere precario e finito; sull'insensatezza, l'assurdo, il vuoto che caratterizzano la condizione dell'uomo moderno; oltre che sulla «solitudine di fronte alla morte» in un mondo che è diventato completamente estraneo oppure ostile[2].

L'idealismo, il positivismo, il razionalismo possono risultare distanti da concezioni esistenzialistiche.In alcuni esistenzialisti possiamo trovare accentuazioni religiose, in altri un carattere umanistico e mondano (fino all'esistenzialismo ateo) sia pessimista sia ottimista. Influenza numerose altre filosofie parallele, successive "[senza] mai [tuttavia trasformarsi] in un radicale irrazionalismo".[1]

A seconda della definizione data al "movimento", un filosofo o un indirizzo filosofico può essere o meno considerato come espressione dell'esistenzialismo. Questo spiega perché alcuni dei filosofi che sono considerati tra i rappresentanti maggiori dell'esistenzialismo (come Heidegger e Jaspers) ne abbiano rifiutato la qualifica, assunta invece come bandiera da altri, come Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. In particolare è Sartre a rendere celebre il termine nel lessico filosofico e nell'accezione popolare, con la sua conferenza L'esistenzialismo è un umanismo e la sua notissima affermazione[1][2], lì enunciata la prima volta: «L'esistenza precede l'essenza».


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