Fatimidi

Imamato (Califfato) fatimide
Imamato (Califfato) fatimide – Bandiera
Imamato (Califfato) fatimide - Localizzazione
Imamato (Califfato) fatimide - Localizzazione
Il Califfato fatimide attorno all'anno 1000
Dati amministrativi
Nome completoImamato (Califfato) fatimide
Nome ufficialeالدولة الفاطمية
al-Dawla al-Fāṭimiyya
Lingue ufficialiArabo
CapitaleRaqqada (908-921)
Mahdiyya (921-948)
al-Manṣūriyya (948-973)
Il Cairo (973-1171)
Politica
Forma di StatoCaliffato
Forma di governoMonarchia
Nascita909 con Ubayd Allah al-Mahdi bi-llah
Fine1171 con al-'Āḍid li-dīn Allāh
Territorio e popolazione
Bacino geograficoVicino Oriente, Maghreb e Ifriqiya
Massima estensione5.100.000 km2 nel 969
Economia
ValutaDinar
Religione e società
Religioni preminentiIslam sunnita
Religione di StatoIslam sciita ismailita
Religioni minoritarieCristianesimo, Ebraismo, Kharigismo
Evoluzione storica
Preceduto da Califfato abbaside
Emirato aghlabida
Emirato di Tahert
Succeduto da Dinastia ayyubide
Dinastia almoravide
Regno di Gerusalemme
Zengidi
Emirato di Sicilia
Emirato hammadida
Sceriffato della Mecca
Ora parte diBandiera del Marocco Marocco
Bandiera dell'Algeria Algeria
Bandiera della Tunisia Tunisia
Bandiera della Libia Libia
Bandiera dell'Egitto Egitto
Bandiera dell'Italia Italia
Bandiera d'Israele Israele
Bandiera del Libano Libano
Bandiera della Palestina Palestina
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita

I Fatimidi (in arabo فاطِميّون?, Fāṭimiyyūn) costituirono la dinastia sciita ismailita più importante di tutta la storia dell'Islam. Essi si stabilirono nell'attuale Ifriqiya (odierna Tunisia).[1]

Devono il loro nome all'asserita discendenza da Fātima bt. Muhammad, figlia del profeta Maometto, che dal suo matrimonio con ʿAlī b. Abī Tālib garantì una discendenza al Profeta.

La prima base del movimento — parte del più vasto movimento carmata — fu nel IX secolo in Siria nella città di Salamiyya, tra Ḥamāa e Homs (ar. Ḥimṣ). Il fatimide ʿUbayd Allāh al-Mahdī bi-llāh si propose come ḥanīf agli inizi del X secolo, e quindi di diritto come califfo e come l'Imām al-Qāʾim, "l'Imam permanente") che l'Ismailismo credeva si sarebbe manifestato alla fine dei tempi per ricondurre l'Islam alla sua originaria purezza. Questo provocò una frattura mai più ricompostasi con il resto del movimento carmata.

Sfuggito alle truppe abbasidi e agli stessi avversari carmati che lo consideravano un impostore e un traditore.

In un primo periodo di quattro anni ʿUbayd Allāh (che talora è chiamato anche Saʿīd o ʿAlī) non rivelò le sue intenzioni e la sua identità e si spostò nelle aree sottoposte al controllo dei kharigiti Midraridi per dare ancor meno nell'occhio ma qui fu sottoposto a misure di residenza sorvegliata per cinque anni.

In suo favore agì il responsabile della daʿwa (macchina propagandistica retta da dā‘ī, ovvero "missionari"), Abū ʿAbd Allāh al-Shīʿī, che con un esercito di devoti berberi convertiti sbaragliò le forze aghlabidi ad al-Arbus il 19 marzo del 909.

Dalla Tunisia, i Fatimidi espansero il loro dominio fino alla Sicilia e il nord-Africa, culminato con il califfo al-Mu'izz e la conquista dell'Egitto. Furono promotori delle scienze e dell'arte, di cui resta traccia in Sicilia e nell'Università del Cairo fondata da Jawhar al-Siqilli (911-992), fra le più antiche e prestigiose nel mondo arabo, che ad oggi, dopo la rifondazione a inizio novecento, ancora forma la maggior parte degli imam di tutto il mondo.

Alla metà dell'XI secolo i Sunniti turchi Selgiuchidi vinsero i Fatimidi, respinti fuori dalla Siria. A questo declino seguì la perdita della Palestina, dopo le prime due Crociate, e la vittoria di Saladino in Egitto (1171), con l'inizio della nuova dinastia degli Ayyubidi.

  1. ^ Dan Jones, Crociati: L'epica storia delle guerre per la Terra Santa, HOEPLI EDITORE, 10 giugno 2022, ISBN 978-88-360-0439-3. URL consultato l'8 ottobre 2023.

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