Fenici

Fenici
Mappa degli antichi insediamenti fenici
 
Luogo d'origineBandiera del Libano Libano; Fenicia
PeriodoXIII secolo a.C. (1200 a.C.)[1] - I secolo
LinguaLingua fenicia
ReligioneReligione fenicia

I Fenici (in fenicio 𐤊𐤍𐤏𐤍𐤌, KN‘NM (Kan‘anīm) o Pōnnīm[2][3]; in greco antico: Φοίνικες?, Phòinikes) furono un'antica popolazione semitica cananea, della quale si hanno tracce fin dal XII secolo a.C., insediata nella regione costiera del Mediterraneo orientale,[4] in corrispondenza dell'odierno Libano e delle immediate regioni costiere della Siria meridionale e del Nord della Palestina, arrivando a toccare, nel periodo di massima estensione, l'attuale città di Acri e in epoca persiana anche quella di Gaza[5][6][7]. La civiltà fenicia è la prosecuzione nell'età del ferro della civiltà cananea, che è attestata negli stessi luoghi nell'età del bronzo (3000-1200 a.C.), essendo infatti i Fenici indistinguibili per lingua (se non per variazioni dialettali) e cultura dal resto dei popoli cananei siro-palestinesi.

Furono soprattutto un popolo di navigatori e commercianti che utilizzava il mar Mediterraneo per esportare legname e altri oggetti da scambiare con altri popoli. Conoscevano e sapevano tracciare le rotte, ed erano in grado di navigare di notte, prendendo come punto di riferimento le costellazioni circumpolari (in particolare l'Orsa Maggiore). Praticavano il cabotaggio, per poter attraccare in caso di difficoltà, fare rifornimento di acqua dolce , viveri e commerciare con le popolazioni locali. Seppero produrre con il legno ricavato dal cedro navi molto robuste, adatte per il commercio, che potevano contenere grandi quantità di merci e oggetti.

Erodoto, nel IV libro delle sue Storie, riporta che i Fenici furono i primi a circumnavigare un intero continente (l'Africa), cioè a navigarlo per tutto il suo perimetro, partendo dal Mar Rosso e rientrando nel Mediterraneo dalle Colonne d'Ercole.[8]

Si attribuisce ai Fenici l'Ideazione del primo alfabeto fonetico, che comprendeva 22 segni usati e modificati successivamente dai Greci che aggiunsero dei nuovi suoni non presenti nella lingua dei Fenici, in particolare le vocali.

  1. ^ Moscati, p. 18.
  2. ^ Come attestato nel Poenulus di Plauto.
  3. ^ R. Krahmalkov, p. 1, 3.
  4. ^ Fenici, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 21 agosto 2021.
  5. ^ Paolo Xella, 2017, Phoenician Inscriptions in Palestine, in U. Hübner and H. Niehr (eds.), Sprachen in Palästina im 2. und 1. Jahrtausend v. Chr., ADPV 43, Wiesbaden 2017, 153-169
  6. ^ (EN) Vadim S. Jigoulov, The Social History of Achaemenid Phoenicia: Being a Phoenician, Negotiating Empires, Routledge, 8 aprile 2016, ISBN 978-1-134-93809-4.
  7. ^ (EN) Simon Hornblower, Antony Spawforth e Esther Eidinow, The Oxford Companion to Classical Civilization, OUP Oxford, 11 settembre 2014, ISBN 978-0-19-101676-9.
  8. ^ https://www.livius.org/sources/content/herodotus/herodotus-on-the-first-circumnavigation-of-africa/ La plausibilità del racconto di Erodoto sta nell'osservazione, riportata come raccontata dai Fenici, che mentre costeggiavano l'estremo meridionale dell'Africa, procedendo verso Ovest, il Sole si trovava alla loro destra, a Nord.Ovviamente il Sole di Mezzogiorno comincia a trovarsi impercettibilmente a Nord non appena si varca l'equatore, ma il fenomeno diventa tanto più marcato quanto più si viaggia verso Sud. Solo dopo aver superato il tropico del Capricorno, che si incontra poco prima di raggiungere l'estremo meridionale dell'Africa, il Sole resta a Nord per tutte le ore del giorno di tutto il semestre estivo, l'unico in cui gli antichi navigavano. La costa meridionale dell'Africa segue approssimativamente il trentaquattresimo parallelo Sud per circa un migliaio di chilometri, raggiungendo l'estremo Sud al Capo Agulhas, a circa 170 chilometri a Sud-Est di Città del Capo. I navigatori fenici dovettero osservare il Sole settentrionale per un lungo periodo.

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