Gallieno

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Gallieno
Imperatore romano
Busto di Gallieno, Museo Nazionale Romano
Nome originalePublius Licinius Egnatius Gallienus
Regno253-
260 (con Valeriano)
260-
268 (da solo)
Tribunicia potestas15 anni: dal 253 e rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno (pari a sedici volte[1])
Cognomina ex virtuteDacicus Maximus (256/257)[2]
Germanicus Maximus V (254, 255, 257 e 258)[3][4]
Parthicus maximus (260-263?)[4][5]
Persicus maximus[6]
TitoliPater Patriae (255 ?)[7]
Salutatio imperatoria12 volte: la prima quando fu fatto Augusto dal padre nel 253, l'ultima sembra nel 264/265.[8]
Nascita218[9]
Mortesettembre 268
Milano
PredecessoreValeriano
SuccessoreClaudio il Gotico
ConsorteCornelia Salonina[10]
FigliCornelio Valeriano[11]
Cornelio Salonino[12]
Egnazio Mariniano
GensLicinia
DinastiaValeriana
PadreValeriano
MadreEgnazia Mariniana
Consolato7 volte: 254 (I), 255 (II), 257 (III), 261 (IV), 262 (V), 264 (VI)[8] e 266 (VII)

Publio Licinio Egnazio Gallieno (in latino Publius Licinius Egnatius Gallienus; 218Milano, settembre 268) è stato un imperatore romano, dal 253 al 268, famoso per la sua riforma dell'esercito, nonché valente condottiero.

Salì al potere insieme al padre Valeriano nel 253 e quando questi fu catturato dai Sasanidi (nel 260, dopo sette anni di regno[9]) rimase l'unico imperatore per altri otto anni[9], fino alla morte quando era cinquantenne.[9] Durante il suo regno ci furono due secessioni di territori dell'impero (l'Impero delle Gallie a occidente e il Regno di Palmira a oriente) e molti aspiranti imperatori.

Gallieno fu un imperatore colto e sotto il suo regno le arti e la cultura vissero un breve periodo di fioritura. A Gallieno si devono due provvedimenti che modificarono l'organizzazione dell'esercito e che contribuirono a superare la crisi militare. Tolse il comando delle legioni ai senatori e l'affidò a generali di estrazione equestre. Organizzò un tipo di difesa più flessibile "in profondità": anziché distribuire le truppe su tutto il confine, le concentrò nelle retrovie, nei punti strategicamente più importanti e costituì reparti mobili basati sull'uso prevalente della cavalleria.

Rappresentò il punto di svolta nel tragico periodo di crisi che colpì l'Impero romano, dopo la fine della dinastia dei Severi. Non è un caso che proprio Gallieno sia stato il primo a regnare per quindici anni (sette con il padre e otto da solo), cosa assai rara se si considera il primo periodo dell'anarchia militare (dal 235 al 253). Era, infatti, dai tempi di Settimio Severo (193-211) che un Imperatore non regnava tanto a lungo. Pose, inoltre, le basi per un periodo di ripresa e riconquista, come quello degli Imperatori illirici (268-285), oltre che di restaurazione, come quello tetrarchico di Diocleziano (284-305).

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore CIL|8|18057
  2. ^ CIL II, 2200; AE 1993, 914; CIL VIII, 1430; IRT 927; Mócsy 1974, p. 205.
  3. ^ AE 1930, 42; CIL VIII, 766; CIL VIII, 1018; CIL VIII, 2381; CIL VIII, 1430; CIL II, 2200; MiliariHispanico 562.
  4. ^ a b CIL XI, 3089; AE 1979, 218; CIL X, 1278; CIL X, 1279; CIL X, 1280.
  5. ^ CIL X, 4784; IRT 956.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore PersicusMaximus
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore CIL|2|4691
  8. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore AE2006.1762
  9. ^ a b c d Aurelio Vittore, De Caesaribus, 33.3.
  10. ^ AE 1917/18, 17.
  11. ^ AE 1917/18, 17, AE 1965, 39j, AE 1978, 322.
  12. ^ Aurelio Vittore, De Caesaribus, 33.3.

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