Giovanni d'Inghilterra

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Giovanni d'Inghilterra
detto "Senzaterra"
Giovanni Senzaterra in una miniatura della Historia Anglorum di Matthew Paris, 1250-1259
Re d'Inghilterra
Stemma
Stemma
In carica6 aprile 1199 –
19 ottobre 1216
(contestato da Luigi I dal 21 maggio 1216)
(17 anni e 196 giorni)
PredecessoreRiccardo I
SuccessoreEnrico III e Luigi I (trono conteso)
Signore d'Irlanda
In carica1177 –
19 ottobre 1216
Predecessoretitolo creato
SuccessoreEnrico III
Duca d'Aquitania
In carica6 aprile 1199 –
19 ottobre 1216
(con la madre Eleonora fino al 1204)
PredecessoreEleonora con Riccardo I
SuccessoreEnrico III
Duca di Normandia
Conte del Maine
In carica6 aprile 1199 –
1204
PredecessoreRiccardo I
Successoreannessi alla corona di Francia
Altri titoliConte d'Angoulême (jure uxoris)
NascitaOxford, 24 dicembre 1166
MorteNewark-on-Trent, 19 ottobre 1216 (49 anni)
Luogo di sepolturaCattedrale di Worcester
Casa realePlantageneti
PadreEnrico II
MadreEleonora d'Aquitania
ConiugiIsabella di Gloucester
Isabella d'Angoulême
FigliEnrico
Riccardo
Giovanna
Isabella
Eleonora
ReligioneCattolicesimo

Giovanni Plantageneto, Giovanni d'Inghilterra o Giovanni Senzaterra[N 1] (in inglese: John Lackland o Softsword; in francese antico: Johan sanz Terre; Oxford, 24 dicembre 1166Newark-on-Trent, 19 ottobre 1216), fu re d'Inghilterra dal 6 aprile 1199 al 1216, e di fatto ultimo vero sovrano teocratico.[1] Nello stesso periodo fu anche duca d'Aquitania e Guascogna e conte di Poitiers. Dal 1199 al 1203 fu conte del Maine e duca di Normandia.

Durante il suo regno, rivendicando una concezione sacra della monarchia, sovrano per diritto divino responsabile del suo operato solo davanti a Dio, Giovanni volle instaurare una monarchia teocratica con nuove imposizioni e spoliazioni, ma lo fece in modo troppo evidente e questa politica assolutista suscitò la ribellione di ecclesiastici, baroni, cavalieri e ceti urbani decisi ad affermare i propri diritti di libertà statuiti dai reciproci obblighi feudali. Perse il Ducato di Normandia a favore del re Filippo II di Francia a cui seguì il crollo della maggior parte dell'impero angioino contribuendo alla successiva affermazione del potere della dinastia Capetingia nel corso del XIII secolo. Verso la fine del suo regno, una rivolta baronale portò alla sigillatura della Magna Carta, un documento che talvolta viene considerato il passo iniziale nell'evoluzione della costituzione del Regno Unito, che impediva alla monarchia inglese di degenerare nell'assolutismo ed esigere l'obbedienza incondizionata.

Inizialmente non venne previsto che Giovanni, il più giovane dei cinque figli del re Enrico II d'Inghilterra e della duchessa Eleonora d'Aquitania, potesse ereditare terre significative. Tuttavia, a seguito del fallimento della rivolta capeggiata dai suoi fratelli maggiori, Giovanni divenne il figlio prediletto del padre Enrico, che lo nominò Signore dell'Irlanda nel 1177 e gli conferì terre in Inghilterra e nel continente. I fratelli maggiori di Giovanni - Guglielmo, Enrico e Goffredo - morirono giovani e, quando Riccardo divenne re, nel 1189, Giovanni fu un suo potenziale erede al trono. Già durante l'assenza di Riccardo, impegnato nella terza crociata, egli tentò infruttuosamente di ribellarsi contro i reggenti per conquistare il potere. Dovette aspettare tuttavia la morte di Riccardo, avvenuta nel 1199, per essere proclamato re d'Inghilterra giungendo anche a un accordo con Filippo II di Francia, che gli riconobbe il possesso delle terre angioine continentali grazie al trattato di pace di Le Goulet, stipulato nel 1200.

Quando scoppiò nuovamente la guerra con la Francia, Giovanni ottenne subito alcune vittorie, ma la mancanza di risorse militari e del supporto dei nobili normanni, bretoni e angioini determinò la perdita, avvenuta nel 1204, delle sue terre nella Francia settentrionale. Giovanni trascorse, quindi, gran parte del decennio successivo nel tentativo di riconquistare questi possedimenti, aumentando gli introiti delle tasse, riformando le forze armate e ricostruendo le alleanze continentali. Le riforme giudiziarie promosse da Giovanni ebbero un impatto duraturo sul diritto inglese, oltre a fornire un'ulteriore fonte di entrate. Una diatriba con papa Innocenzo III gli costò una scomunica nel 1209 che, tuttavia, venne ritirata quando si risolse la disputa quattro anni più tardi. Nel 1214, la sconfitta nella battaglia di Bouvines mise fine ai tentativi di Giovanni di sopraffare il re francese Filippo. Quando fece ritorno in Inghilterra, dovette anche affrontare una ribellione di molti dei suoi baroni, contrariati dalle sue politiche fiscali e dal trattamento che aveva riservato a molti di essi. Sebbene Giovanni e i baroni avessero accettato il trattato di pace sancito con la Magna Carta del 1215, nessuna delle due parti rispettò davvero le sue condizioni. Poco dopo scoppiò una guerra civile che vide contrapposte la fazione reale a quella dei baroni ribelli, i quali poterono contare sull'aiuto di Luigi di Francia. Alla fine del 1216 Giovanni morì di dissenteria mentre stava conducendo una campagna militare nell'Inghilterra orientale. I sostenitori di suo figlio, Enrico III, continuarono la guerra fino a ottenere, l'anno successivo, la vittoria sui baroni e sul re di Francia, ristabilendo lo status quo.

I cronisti coevi furono prevalentemente critici sull'operato di Giovanni come re e, da allora, il suo regno è stato oggetto di un significativo dibattito, in particolare a partire dal XVI secolo. Alcuni storici hanno espresso un giudizio positivo su Giovanni considerandolo "un amministratore duro, un uomo capace, un comandante capace",[2] tuttavia altri concordano sul fatto che egli ebbe anche molti aspetti negativi, come "tratti di personalità spiacevoli e persino pericolosi", quali la meschinità, la perfidia e la crudeltà.[3] Queste riprovevoli qualità hanno fornito un vasto materiale per gli scrittori di fantasia dell'epoca vittoriana, e Giovanni resta ancora oggi un personaggio ricorrente nella cultura popolare occidentale, soprattutto nel ruolo di cattivo nei racconti e nei film che hanno come soggetto la leggenda di Robin Hood.


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