Invasioni mongole del Sud-est asiatico

Invasioni mongole del Sud-est asiatico
parte delle Invasioni e conquiste mongole
Le campagne mongolo-Yuan nel Sud-Est Asiatico.[1]
Data12581303
LuogoSud-est asiatico
CausaPer aggirare l'Impero Song nella Cina meridionale, i Mongoli approcciano al Sud-est asiatico.
EsitoI mongoli assoggettano come vassalli/tributari molti potentati del Sud-est asiatico.
Modifiche territorialiAnnessione dello Yunnan alla Cina.
Schieramenti
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Per invasioni mongole del Sud-est asiatico s'intende lo sforzo bellico sostenuto dall'Impero mongolo prima e, soprattutto, dalla dinastia Yuan (1271-1368) dell'impero cinese dopo per assoggettare i vari regni dell'Indocina e dell'Insulindia dalla seconda metà del XIII secolo (fond. durante il lungo regno di Kublai Khan, 1260-1294) ai primi decenni del XIV secolo.

Inizialmente motivata dalla necessità di aggirare il blocco dell'Impero Song nella Cina meridionale, l'intromissione dei mongoli/Yuan nel complesso scacchiere politico dell'Asia sud-orientale si declinò in diverse campagne di breve durata, non sempre tra loro coordinate, aventi solitamente quale obiettivo la sottomissione e non l'occupazione in pianta stabile di uno o più potentati. La strategia di ridurre gli stati stranieri a vassalli/tributari del Khagan venne applicata tanto ai potentati distribuiti nell'entroterra quanto ai principati ed alle talassocrazie dell'Arcipelago malese.

I mongoli procedettero anzitutto all'occupazione dello Yunnan (il cui inserimento all'interno dei confini della Cina fu in definitiva l'unico significativo mutamento territoriale prodotto da queste campagne), sconfiggendovi il locale regno di Dalì (1253) e sottomettendo le varie tribù semi-autonome locali (1257). Nel 1258, per garantirsi il libero transito in quelle terre nelle manovre anti-Song, i mongoli attaccarono il Đại Việt nel Vietnam del Nord. La morte di Khagan Möngke Khan (r. 1251-1259) e la contesa dinastica tra i suoi fratelli (v.si Guerra civile toluide) distrasse a questo punto gli interessi mongoli dal Sud-est asiatico. Fu solo dopo la presa di potere da parte di Kublai Khan (1264) e la fondazione da parte sua della dinastia Yuan (1271) che i gengiscanidi tornarono a sud dello Yunnan: anzitutto nel regno Pagan, in Birmania (1277-1278), e poi a Champa, nel Vietnam del Sud (1283), spedizione che funse da testa di ponte per un duplice attacco a Birmania (1283-1285) e Vietnam del Nord (1285) i cui esiti inconcludenti motivarono una terza spinta (Birmania 1287 e Đại Việt 1287-1288) parimenti infruttuosa. Anche la spedizione contro la talassocrazia di Singhasari, a Giava, nel 1293 non ebbe esito favorevole.

Nel frattempo, sin dal 1273 lo Yunnan era stato riorganizzato in una provincia ed i potentati locali gestiti tramite il c.d. 土司制度S, Tǔsī ZhìdùP, lett. "Sistema dei capi nativi" (v.si "Tusi"), poi impiegato anche nel Sichuan, in Tibet e nel Gizhou con tale successo da essere poi ripreso ed ampliato dalla successiva dinastia Ming (1368-1644) che scacciò i mongoli Yuan subentrando loro nel controllo dell'Impero celeste. Solo nell'immediata prossimità meridionale dello Yunnan (es. l'Altopiano Shan) le operazioni mongole ebbero successo, garantendo agli Yuan la creazione di un'ampia zona di micro-stati cuscinetto retti da tusi vassalli di Khanbaliq. Per il resto, Kublai e successori dovettero contentarsi di ricevere tributi dai potentati sud-est asiatici.

Le operazioni militari mongole nel Sud-est asiatico, a cominciare da quelle nello Yunnan, furono caratterizzate dal ricorso a frequenti operazioni anfibie, anche tramite traversate marittime di lunga percorrenza (es. la spedizione a Giava del 1293), ed al dispiegamento di forze numericamente non molto consistenti (fatto salvo il massiccio dispiegamento di forze impegnate nel Vietnam del Nord nel 1285 e 1287-1288), per gli standard mongoli. Nella maggior parte dei conflitti, pur vincitori nelle battaglie in campo aperto e negli assedi, i mongolo-Yuan furono fiaccati o sconfitti dalle operazioni di guerriglia messe in atto dal nemico e facilitate dalle asperità dei teatri di scontro (foreste pluviali, montagne, ecc.), dal clima monsonico e dai focolai endemici di malaria, oltre che di altre malattie.

  1. ^ Ill. in Rossabi 1994, p. 486.

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