Irene d'Atene

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Irene d'Atene
Solido con l'effigie dell'imperatrice Irene
Basileus dei Romei
In carica19 agosto 797 –
31 ottobre 802
Incoronazione19 aprile 797
PredecessoreCostantino VI
SuccessoreNiceforo I
Reggente dell'Impero bizantino
In carica8 settembre 780 –
19 agosto 797
(in nome del figlio Costantino VI)
Basilissa consorte dei Romei
In carica18 dicembre 775 –
8 settembre 780
PredecessoreEudochia
SuccessoreMaria di Amnia
Nome completoIrene Sarantapechaina
Altri titoli
  • Basileus dei Romei (Imperatore dei Romani)
  • Basilissa e Kaisarissima dei Romei (Imperatrice e Regina dei Romani)
  • Imperatrice dei Greci[1]
NascitaAtene, 752 circa
MorteLesbo, 9 agosto 803
Luogo di sepolturaChiesa dei Santi Apostoli
DinastiaIsauriana
ConsorteLeone IV il Cazaro
FigliCostantino VI
ReligioneCristianesimo
Santa Irene la Giovane
Santa Irene la Giovane raffigurata sulla Pala d'Oro, IX secolo, Basilica di San Marco
 

Imperatrice romana d'Oriente

 
NascitaAtene, 752 circa
MorteLesbo, 9 agosto 803
Venerato daChiesa cristiana ortodossa
Canonizzazione852
Ricorrenza7 agosto

Irene Sarantapechaina d'Atene (in greco medievale: Ειρήνη Σαρανταπήχαινα της Αθήνας, Irini Sarantapichena tis Athìnas; Atene, 752 circa – Lesbo, 9 agosto 803) è stata un'imperatrice bizantina dal 797 all'802.

Fu basilissa dei Romei (Imperatrice romana d'Oriente) e ricevette l'appellativo di "Ateniese" (Εἰρήνη ἡ Ἀθηναία) per via del fatto d'esser originaria della città greca. Fin dalla sua incoronazione aspirò a regnare da sola sull'Impero. Dopo la morte del marito Leone IV, divenne reggente per l'erede Costantino VI, di appena nove anni, dal 780 al 790; in seguito governò assieme al figlio per poi detronizzarlo, farlo accecare e uccidere potendo così ottenere il potere assoluto sul trono di Bisanzio.

Si proclamò "Autocrate dei Romani" (αὐτοκράτωρ Ῥωμαίων). Il fatto che il trono romano fosse occupato da una donna spinse il papa Leone III a considerare il trono romano vacante, nominando "Imperatore dei Romani" il re dei Franchi e dei Longobardi Carlo Magno, il giorno di Natale dell'anno 800. Irene fu declassata dall'Occidente a "Imperatrice dei Greci", ma si rifiutò sempre di cedere il titolo di imperatore a Carlo Magno, considerando l'incoronazione da parte del pontefice un atto di usurpazione di potere.

Di fatto regnò sull'Impero dal 780 all'802, anno in cui fu a sua volta deposta dal suo sovrintendente alle finanze (λογοθέτης τοῦ γενικοῦ, logothetēs tou genikou), Niceforo I il Logoteta. Fu la prima e unica donna ad assumere anche il titolo imperiale maschile, facendosi chiamare dai sudditi e citandosi in qualche documento ufficiale come basileus dei Romei ("imperatore dei Romani"): Zoe, Teodora ed Eudocia Macrembolitissa saranno "solo" imperatrici regnanti.

Nell'864 fu canonizzata dal patriarca Fozio I di Costantinopoli; è venerata dalle Chiesa ortodossa come una santa col nome di Santa Irene la Giovane il 7 agosto.

Non esistono ritratti coevi di Irene: le uniche sue effigi sono quelle impresse nelle monete coniate durante il suo regno.[2]

  1. ^ questo titolo le fu assegnato dall'Occidente, dopo l'incoronazione di Carlo Magno come "imperatore dei romani"
  2. ^ Barbe, pag. 122.

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