Italia nella seconda guerra mondiale

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La storia dell'Italia nella seconda guerra mondiale può essere divisa in tre fasi: l'iniziale non belligeranza del paese, tra lo scoppio del conflitto il 1º settembre 1939 e l'entrata in guerra dell'Italia avvenuta il 10 giugno 1940; il successivo periodo in cui l'Italia combatté contro gli Alleati quale membro dell'Asse, che si protrasse fino all'8 settembre 1943, data in cui fu annunciata la firma dell'armistizio di Cassibile con gli anglo-americani e avvenne l'invasione tedesca; la risultante lotta di liberazione conclusasi il 25 aprile 1945, durante la quale l'Italia fu schierata, come cobelligerante degli Alleati, contro l'occupazione tedesca e il collaborazionismo repubblichino attraverso la resistenza italiana compiuta da reparti del regio esercito e dalle brigate partigiane.

Mappa che mostra tutti i territori occupati, in tempi diversi tra il 1940 e il 1943, dal Regio Esercito, nel corso della seconda guerra mondiale. L'occupazione dei territori jugoslavi, greci, tunisini ed egiziani avvenne in cooperazione con le forze armate tedesche.
Il Regno d'Italia tra il 1941 ed il 1943, con le province di Spalato, di Cattaro e di Lubiana.
L'Italia tra il 1943 ed il 1945, con le zone di occupazione e i diversi fronti lungo la penisola.

Nei primi anni l'Italia invade le coste mediterranee, principalmente quelle di Iugoslavia, la Grecia, parte di Francia. Invece in Africa parte dell'Egitto e Tunisia, e nel mentre le conquiste coloniali dell'est Africa continuavano. Ma questo programma fallì ben presto per l'impreparazione dimostrata dalle regie forze armate e per la cattiva pianificazione politica e militare del conflitto che portarono alle ripetute sconfitte nei territori occupati. L'Italia divenne un alleato minore della Germania, dipendente militarmente dal sostegno tedesco, finché nel 1943 il dittatore Benito Mussolini fu deposto, arrestato per ordine del Re Vittorio Emanuele III e inviato sul Gran Sasso. Dopo l'armistizio di Cassibile lo Stato italiano crollò: la parte settentrionale del paese venne occupata dai tedeschi che vi crearono uno Stato collaborazionista con la Germania; mentre il sud venne governato dalle forze monarchiche e liberali, che organizzarono un Esercito Cobelligerante Italiano che combatté accanto agli eserciti alleati.

Nell'Italia settentrionale e centrale le forze della Resistenza, formate inizialmente da qualche decina di migliaia di partigiani, poi, con l'andare sfavorevole della guerra per l'Asse, quasi alla fine di quest'ultima, da circa 350.000[1] partigiani, prevalentemente appartenenti alle Brigate Garibaldi e alle Brigate Giustizia e Libertà, operarono in autonomia un'efficace azione di guerriglia contro le truppe tedesche occupanti e le forze fasciste della Repubblica Sociale Italiana.

  1. ^ Gianni Oliva, I vinti e i liberati: 8 settembre 1943-25 aprile 1945 : storia di due anni, Milano, Mondadori, 1994.

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