Liberalismo nazionale

Il liberalismo nazionale è una variante del liberalismo, che unisce concetti liberali con concetti nazionalisti, specie per quello che riguarda istruzione, rapporti Stato-Chiesa e l'apparato burocratico.

Le radici del liberalismo nazionale si trovano nel XIX secolo, quando il liberalismo conservatore era la principale ideologia dei partiti liberali europei, specie quelli dell'Europa centrale, allora governata da monarchie. Sin dall'origine i liberali nazionali, anche se favorevoli al libero mercato, non erano tuttavia favorevolissimi al liberalismo economico, come i liberali tradizionali, favorendo invece la cooperazione tra il governo e l'industria nazionale con un moderato protezionismo, la costituzione di sindacati, sussidi per industria infantile o aziende di importanza strategica per lo sviluppo nazionale, con varie forme di pianificazione industriale. Nei paesi di lingua tedesca, i liberali nazionali erano anche favorevoli ad un regime politico più autoritario o conservatore a causa del carattere multietnico di paesi come l'Impero austro-ungarico e l'appena costituitasi Germania.

Diversi partiti liberali nazionali esistono ancora oggi, come per esempio il Partito della Libertà Austriaco, dove l'ideologia è uno dei tre ceppi ideologici tradizionali del paese, e il Partito Nazionale Liberale rumeno, il 3º e più vecchio partito del Paese. In Italia partiti che, almeno in parte, si richiamano a tale ideologia sono la Lega Nord[1] e Fratelli d'Italia[2]. Altri partiti che hanno tra le ideologie di riferimento il liberalismo nazionale sono il Partito per l'Indipendenza del Regno Unito e il Partito per la libertà nei Paesi Bassi.


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