North American P-51 Mustang

North American P-51 Mustang
P-51D del 375th Fighter Squadron, 361st Fighter Group
Descrizione
TipoCaccia da supremazia aerea
Equipaggio1
ProgettistaEdgar Schmued
CostruttoreBandiera degli Stati Uniti North American
Data primo volo26 ottobre 1940
Data entrata in servizio1º maggio 1941
Utilizzatore principaleBandiera degli Stati Uniti USAAF
Esemplari15 466 in 26 versioni
Costo unitario$ 51.000 durante la guerra, equivalenti a $675.000 odierni
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza9,83 m
Apertura alare11,29 m
Altezza4,16 m
Superficie alare21,65
Peso a vuoto3 230 kg
Peso max al decollo5 262 kg
Propulsione
Motoreun Packard V-1650-7
Potenza1260,34 kW (1700 CV)
Prestazioni
Velocità max784(P-51H) km/h
alla quota di 7 620 m
Autonomia3 701 km
con 1 851 litri di combustibile
Tangenza12 771 m (quota di tangenza pratica)
Armamento
Mitragliatricisei calibro 12,7 mm
Bombe2 da 227 kg ciascuna
Missiliotto razzi aria-terra da 27 kg ciascuno

[1]

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I tre tipi di tettuccio utilizzati sul Mustang.

Il North American P-51 Mustang, prodotto a partire dal 1941, fu uno dei più versatili caccia statunitensi della seconda guerra mondiale. Fu schierato sia sul fronte del Pacifico che su quello Europeo per contrapporsi agli aerei della Luftwaffe. Fu impiegato prevalentemente come caccia di scorta alle formazioni di bombardieri Boeing B-17, ma anche come caccia bombardiere. Venne impiegato anche nella prima fase della guerra di Corea, nonostante fosse stato ormai superato dai primi aerei con motore a getto. In alcune forze aeree rimase in servizio fino ai primi anni ottanta. Progettato da Edgar Schmued[2], costruito e fatto volare in appena 117 giorni, il P-51 fu uno fra i più grandi caccia a pistoni di sempre.[2] Nelle ultime versioni sfiorò i limiti massimi raggiungibili da una macchina con motore a pistoni. Fu il prodotto di due tecnologie d'avanguardia: dell'industria aeronautica statunitense e dell'industria motoristica britannica.[3]

  1. ^ Fabbri p.681.
  2. ^ a b Boyne 1997, p. 298.
  3. ^ Matricardi 2006, p. 95.

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