Plagio (diritto d'autore)

Nel diritto d'autore il plagio è l'appropriazione, tramite copia totale o parziale, della paternità di un'opera dell'ingegno altrui. Il termine deriva dal latino plagium (riduzione in schiavitù o furto di uno schiavo altrui)[1] e in tale accezione trova riscontro nell'inglese plagiarism e nel francese e tedesco Plagiat.

Il primo documentato caso in cui il termine "plagio" è stato usato con il significato di "plagio letterario" risale a Marziale[2][3], poeta romano del I secolo, il quale, nel suo famoso epigramma 52, si lamentava di un rivale che avrebbe letto in pubblico i suoi versi spacciandoli fraudolentemente per propri[4].

Tale contraffazione può avere, oltre ai risvolti di natura civilistica, anche risvolti di natura penalistica.[5]

La Convenzione di Berna, adottata a Berna nel 1886, fu la prima convenzione internazionale a stabilire il riconoscimento reciproco del diritto d'autore tra le nazioni aderenti.

  1. ^ v. Etimo.it
  2. ^ Plagiarism and Plagiarism Studies, su english.heacademy.ac.uk. URL consultato il 25 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2014).
  3. ^ Sentenza della Corte Costituzionale relativa al plagio psicologico
  4. ^ Il plagio letterario Archiviato il 3 luglio 2009 in Internet Archive.
  5. ^ David Terracina. La tutela penale del diritto d'autore e dei diritti connessi. Giappichelli editore.

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