Politica del Giappone

La politica del Giappone si sviluppa in una monarchia costituzionale con un sistema parlamentare di democrazia rappresentativa, in cui il primo ministro è capo del governo; il sistema politico è di tipo multipartitico. L'imperatore è considerato il simbolo della nazione e dello stato.

La sovranità appartiene ai cittadini giapponesi che eleggono i propri rappresentanti in tutti i poteri. È in vigore il suffragio universale e, per ragioni storiche, il sistema politico giapponese è simile a quello del Regno Unito.

Lo stato giapponese ha origine nel 660 a.C. con l'imperatore Jinmu. La Costituzione Meiji, che istituiva il moderno stato giapponese, fu ratificata nel 1889. Il Giappone venne occupato dagli Alleati dalla fine della seconda guerra mondiale nel 1945 fino al 1952. La sovranità, che precedentemente era incarnata dall'imperatore, appartiene ora al popolo.

Negli ambienti accademici, il Giappone è considerato generalmente una monarchia costituzionale, basata largamente sul sistema britannico con forti influenze sul diritto civile di paesi dell'Europa continentale come Germania e Francia. Ad esempio, nel 1896, il governo giapponese introdusse il Minpo, il codice civile, modellato sul codice civile tedesco Bürgerliches Gesetzbuch. Con le modificazioni del secondo dopoguerra, il codice rimane tuttora in vigore[1].

  1. ^ Codice civile giapponese, su britannica.com, Encyclopædia Britannica. URL consultato il 14 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2007).

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