Settimio Severo

«Non siate in disaccordo, arricchite i soldati, disprezzate chiunque altro.»

Settimio Severo
Imperatore romano
Busto marmoreo di Settimio Severo conservato alla Gliptoteca di Monaco di Baviera
Nome originaleLucius Septimius Severus
Regno9 aprile 193
4 febbraio 211
Tribunicia potestas18 anni: la prima il 9 giugno del 193, poi rinnovata ogni anno al 10 dicembre
Cognomina ex virtuteAdiabenicus nel 195,[2][3][4] Arabicus nel 195,[2][3][4][5] Britannicus Maximus nel 209 o 210,[3][6][7] Parthicus Maximus nel 198,[2][3][4][8]
TitoliPater Patriae nel tardo 193
Nascita11 aprile 146
Leptis Magna
Morte4 febbraio 211 (64 anni)
Eboracum
SepolturaCastel Sant'Angelo
PredecessoreDidio Giuliano
SuccessoreCaracalla e Geta
ConiugePaccia Marciana
Giulia Domna
FigliCaracalla
Geta
Dinastiaseveriana
PadrePublio Settimio Geta
MadreFulvia Pia
Questuranel 170/171
Tribunato della plebenel 176
Preturanel 177
Legatus legionisin Africa proconsolare nel 174[9]
Propreturain Spagna nel 178
Consolato4 volte: nel 190, 193, 194 e 202
Proconsolatodella Sicilia nel 189
Legatus Augusti pro praetoredella Gallia Lugdunense nel 187
Pontificato maxnel giugno del 193

Lucio Settimio Severo Augusto (in latino Lucius Septimius Severus Augustus; Leptis Magna, 11 aprile 146Eboracum, 4 febbraio 211) è stato un imperatore romano dal 193 alla sua morte. Giunto al potere dopo la guerra civile romana del 193-197, fu il fondatore della dinastia severiana. In linea con le scelte di Marco Aurelio ripristinò alla sua morte il principio dinastico di successione, facendo subentrare i figli Caracalla e Geta.

L'ascesa di Settimio Severo costituisce uno spartiacque nella storia romana; è considerato infatti l'iniziatore della nozione di "dominato" in cui l'imperatore non è più un privato gestore dell'impero per conto del Senato, come durante il principato, ma è unico e vero dominus, che trae forza dall'investitura militare delle legioni (anche se anticipazioni di questa tendenza si erano avute durante la guerra civile seguita alla morte di Nerone).

Egli fu inoltre iniziatore di un nuovo culto che si incentrava sulla figura dell'imperatore, ponendo le basi per una sorta di "monarchia sacra" mutuata dall'Oriente ellenistico. Adottò infatti il titolo di dominus ac deus, che andò a sostituire quello di princeps, che sottintendeva una condivisione del potere col Senato.[10]


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