Sigmund Freud

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Sigmund Freud fotografato da Max Halberstadt nel 1922 per il New York Times: immagine dall'archivio della rivista Life
Firma di Sigmund Freud

Sigismund Schlomo Freud, noto come Sigmund Freud (AFI: ['zɪkmʊnt 'fʀɔ͡ʏt]; Freiberg, 6 maggio 1856Londra, 23 settembre 1939), è stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, la più antica tra le correnti della psicologia dinamica.

Fra gli intellettuali più influenti del XX secolo,[1] è noto per aver elaborato una teoria scientifico-filosofica, secondo la quale i processi psichici inconsci esercitano influssi determinanti sul pensiero, sul comportamento umano e sulle interazioni tra individui: di formazione medica, tentò di stabilire correlazioni tra la visione dell'inconscio (rappresentazione simbolica di processi reali) e delle sue componenti con le strutture fisiche della mente e del corpo umano,[2] teorie che hanno trovato parziale conferma anche nella moderna neurologia e psichiatria.[3][4][5]

Nella psicoanalisi l'impulso sessuale infantile e le sue relazioni con il rimosso sono alla base dei processi interpretativi. Molti dissensi dalle teorie di Freud, e quindi indirizzi di pensiero diversi (Adler, Jung e altri) nascono dalla contestazione del ruolo, ritenuto eccessivo, attribuito da Freud alla sessualità.

In un primo momento si dedicò allo studio dell'ipnosi e dei suoi effetti nella cura di pazienti psichiatrici, influenzato dagli studi di Josef Breuer sull'isteria, in particolare dal caso Anna O. (ossia Bertha Pappenheim, futura fondatrice dei movimenti di assistenza sociale e di emancipazione femminile), al quale s'interessò sulla base delle considerazioni di Charcot, che individuava nell'isteria un disturbo della psiche e non una simulazione, come ritenuto fino ad allora. Dalle difficoltà incontrate da Breuer nel caso, Freud costruì progressivamente alcuni principi basilari della psicoanalisi relativi alle relazioni medico-paziente: la resistenza e il transfert.

Di questo periodo furono le intuizioni che formano il nucleo della psicoanalisi: il metodo d'indagine mediante l'analisi di associazioni libere, lapsus (da cui il lapsus freudiano), atti involontari, atti mancati e l'interpretazione dei sogni, e concetti come la pulsione (Eros e Thanatos), il Complesso di Edipo, la libido, le fasi dello sviluppo psicosessuale e le componenti dell'inconscio e della coscienza: Es, Io, Super-Io, in sintesi: Es è il subconscio istintivo, primordiale, derivante dalla natura umana e spinto dalle pulsioni sessuali, Io rappresenta la parte emersa, cosciente (secondo Freud situato nella corteccia cerebrale),[6] Super-Io una super-coscienza maturata dalla “civilizzazione” dell'uomo, il codice di comportamento (questa suddivisione richiama certe teorie neuroscientifiche come il Triune Brain).

Le idee e le teorie di Freud - viste con diffidenza negli ambienti della Vienna del XIX secolo - sono ancor oggi dibattute, non solo in ambito medico-scientifico, ma anche accademico, letterario, filosofico e culturale. Molti hanno messo in discussione l'efficacia terapeutica della psicoanalisi. Di questo fatto, lo stesso Freud era probabilmente consapevole, affermando che la psicoanalisi era una valida terapia, ma sarebbe poi stata superata da altre teorie della mente più raffinate ed evolute:

«L'avvenire forse ci insegnerà ad influenzare direttamente, con speciali sostanze chimiche, le quantità d'energia e la loro distribuzione nell'apparato psichico (…) probabilmente il futuro stabilirà che l'importanza della psicoanalisi come scienza dell'inconscio oltrepassa di gran lunga la sua importanza terapeutica.[7][8]»

  1. ^ Nicola Abbagnano, La saggezza della filosofia, Rusconi, Milano, 1987, p. 35; Silvia Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi, A. Mondadori Editore, Milano, 1986, Cap. I (p. 9); Aldo Carotenuto (a cura di), Dizionario Bompiani degli Psicologi Contemporanei, Bompiani, Milano, 1992, p. 6; Pier Aldo Rovatti (a cura di), Dizionario Bompiani dei Filosofi Contemporanei, Bompiani, Milano, 1990, p. 128.
  2. ^ Freud 1938, pp. 11-12.
  3. ^ David Servan-Schreiber, Guarire
  4. ^ Joseph E. LeDoux, The Emotional Brain: The Mysterious Underpinnings of Emotional Life, 1996, Simon & Schuster, 1998, Touchstone edition.
  5. ^ Antonio Damasio, L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, 1995.
  6. ^ Freud 1938, p. 12.
  7. ^ Riportato in Freud 1938.
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore opere

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