Sirio

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Sirio (disambigua).
Sirio
ClassificazioneStella binaria (Stella bianca di sequenza principale + nana bianca)
Classe spettraleA: A1Vm[1] B: DA2
Distanza dal Sole8,6 al
CostellazioneCane Maggiore
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta6h 45m 8,917s[1]
Declinazione−16° 42′ 58,017″[1]
Lat. galattica−8,88°
Long. galattica227,22°
Dati fisici
Diametro medio2617000 km[2]
Raggio medio1,88 R
Massa
4,289×1030 kg
2,15 M
Periodo di rotazione16,8 ore
Velocità di rotazione16 km/s[3]
Temperatura
superficiale
Luminosità
22,4 L
Indice di colore (B-V)0,01[1][5]
Metallicità190% del Sole[6]
Età stimata200-300 milioni di anni
Dati osservativi
Magnitudine app.−1,46[5]
Magnitudine ass.1,40
Parallasse379,21 ± 1,58 mas[1]
Moto proprioAR: −546,01 mas/anno
Dec: −1223,08 mas/anno[1]
Velocità radiale−7,6 km/s[1]
Nomenclature alternative
Sirius, Alhabor, Dog Star, Canicula, Aschere, α CMa, 9 CMa, HD 48915, HIP 32349, SAO 151881, WDS 06451-1643, Gliese 244

Sirio (IPA: /ˈsirjo/[7][8]; α CMa / α Canis Majoris / Alfa Canis Majoris, conosciuta anche come Stella del Cane o Stella Canicola; in latino Sīrĭus, derivato dal nome greco della stella, Σείριος Séirios, che vuol dire "splendente", "ardente") è una stella bianca della costellazione del Cane Maggiore; è la stella più brillante del cielo notturno, con una magnitudine apparente pari a −1,46 e una magnitudine assoluta di +1,40.[1] Vista dalla Terra possiede due volte la luminosità apparente di CanopoCarinae), la seconda stella più brillante del cielo;[9] in una notte limpida, senza Luna e possibilmente senza i pianeti più luminosi, è persino in grado di proiettare a terra una leggerissima ombra degli oggetti.[10] Sirio può essere osservata da tutte le regioni abitate della Terra e, nell'emisfero boreale, è uno dei vertici dell'asterismo del Triangolo invernale.

La sua brillantezza in cielo è dovuta sia alla sua luminosità intrinseca, sia alla sua vicinanza al Sole; Sirio si trova infatti ad una distanza di 8,6 anni luce, ed è perciò una delle stelle più vicine alla Terra. È una stella di sequenza principale di tipo spettrale A1 Vm[11] ed ha una massa circa 2,1 volte quella del Sole[12]. La sua luminosità assoluta è pari a 25 volte quella del nostro Sole, ma Sirio è notevolmente meno luminosa di Rigel o della stessa Canopo, che appaiono meno luminose perché più lontane.[13] Rispetto al Sole, inoltre, è molto più calda e la sua temperatura di 9400 K la fa apparire di un bianco intenso.

Sirio è in realtà un sistema binario: infatti, attorno alla componente principale (detta per questo Sirio A) orbita una nana bianca chiamata Sirio B, che compie la propria rivoluzione attorno alla primaria ad una distanza compresa tra 8,1 e 31,5 au, con un periodo di circa 50 anni.

Presso molte culture, la stella è stata spesso associata alla figura di un cane. Presso i Greci si riteneva che il suo scintillio al suo sorgere eliaco potesse danneggiare i raccolti, portare forte siccità o persino causare e diffondere epidemie di rabbia; il suo nome deriva infatti dal greco antico Σείριος[14] (pronuncia Séirios), che significa splendente, ma anche ardente, bruciante.[2] I Romani erano soliti sacrificare un cane assieme ad una pecora e del vino, allo scopo di prevenire gli effetti nefasti di questa stella. I giorni in cui queste cerimonie venivano consumate, all'inizio dell'estate, erano detti Giorni del Cane, e la stella Sirio Stella Canicula:[15] fu così che il termine canicola diventò sinonimo di caldo afoso. Presso i Celti, invece, la levata eliaca di Sirio era considerata un fatto positivo e segnava l'inizio di Lugnasad, considerata la festa più importante.

  1. ^ a b c d e f g h Database entry for Sirius A, SIMBAD. Accesso: 20 ottobre, 2007.
  2. ^ a b J- B. Holberg, M. A. Barstow, F. C. Bruhweiler, A. M. Cruise, A. J. Penny, Sirius B: A New, More Accurate View (PDF), in The Astrophysical Journal, vol. 497, 1998, pp. 935–942, DOI:10.1086/305489.
  3. ^ P. Kervella, F. Thevenin, P. Morel, P. Borde, E. Di Folco, The interferometric diameter and internal structure of Sirius A, in Astronomy and Astrophysics, vol. 407, 2003, pp. 681–688, DOI:10.1051/0004-6361:20030994. URL consultato il 25 novembre 2007.
  4. ^ Saul J. Adelman, The Physical Properties of normal A stars, Proceedings of the International Astronomical Union, Poprad, Slovacchia, Cambridge University Press, 8-13 luglio 2004, pp. 1-11. URL consultato il 3 luglio 2007.
  5. ^ a b Entry for WD 0642-166, A Catalogue of Spectroscopically Identified White Dwarfs (August 2006 version), G. P. McCook and E. M. Sion (CDS ID III/235A.)
  6. ^ H. M. Qiu, G. Zhao, Y. Q. Chen, Z. W. Li, The Abundance Patterns of Sirius and Vega (PDF), in The Astrophysical Journal, vol. 548, 2001, pp. 953–965, DOI:10.1086/319000. URL consultato il 20 ottobre 2007.
  7. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Sirio", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  8. ^ Luciano Canepari, Sirio, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  9. ^ Database entry for Canopus, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD, Centre de Données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 5 febbraio 2008.
  10. ^ Stelle nei dintorni, su brera.inaf.it. URL consultato il 3 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2008).
  11. ^ La classe spettrale A indica che il colore della stella è bianco, mentre 1 designa le stelle ad alta temperatura superficiale; la V (numero romano che indica il "5") indica invece che la stella si trova nella sequenza principale, mentre la m indica che la stella ha un elevato contenuto di metalli.
  12. ^ H.E. Bond, E. Nelan, M. Burleigh, J.B. Holberg, Sirius 2, in Space Telescope Science Institute, 2010.
  13. ^ J. Liebert, P. A. Young, D. Arnett, J. B. Holberg, K. A. Williams,, The Age and Progenitor Mass of Sirius B, in The Astrophysical Journal, vol. 630, n. 1, 2005, pp. L69–L72, DOI:10.1086/462419.
  14. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Liddell
  15. ^ Ovidio. Fasti IV, vv. 901-942.

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Nelliwinne