Tennessee nella guerra di secessione americana

Mappa del Tennessee.

Il Tennessee nella guerra di secessione americana si vide perlopiù coinvolto nei suoi maggiori centri urbani e rurali, la guerra civile in larga misura fu combattuta sia nelle città che nei grandi agglomerati contadini delle fattorie di campagna; solamente la Virginia ebbe un numero maggiore di battaglie decisive all'interno del proprio territorio[1].

Risultò tuttavia l'unico Stato federato degli Stati Uniti in cui si svolsero scontri e schermaglie di rilievo praticamente in ognuna delle sue singole contee[2].

Il Tennessee fu l'ultimo degli Stati sudisti a dichiarare la secessione dall'Unione in quanto una parte sostanziale della popolazione si dimostrò essere decisamente contraria a un tale passo; sperimentò comunque un'ampia condizione di disagio derivante dalle devastazioni connesse al passaggio ripetuto degli eserciti delle due parti in lotta per tutti gli anni del conflitto. Lo Stato venne attraversato senza soluzione di continuità dalle armate avversarie, pur non vivendo la guerriglia spietata che percorse invece il Missouri.

I corsi dei suoi fiumi divennero ben presto le arterie chiave di collegamento (sia per i rifornimenti militari che per il commercio e le comunicazioni) con il profondo Sud e fin dai primi giorni di ostilità gli sforzi dell'Esercito dell'Unione si concentrarono sulla presa e il mantenimento del controllo di tali vie di trasporto, oltre che sulla strade principali e i passi di montagna come il Cumberland Gup. Lo Stato fu anche considerato il "paniere" degli Stati Confederati d'America per merito dei suoi vasti terreni agricoli, i quali finirono con l'alimentare entrambi i contendenti per anni interi.

Come detto un gran numero di battaglie vi si svolse, compresi i sanguinosi combattimenti della battaglia di Shiloh, che all'epoca risultò il più micidiale scontro armato dell'intera storia degli Stati Uniti d'America fino a quel momento. Altri scontri di ampie proporzioni compresero la battaglia di Stones River, gli scontri della campagna di Chattanooga, la battaglia di Nashville e la battaglia di Franklin.

Mappa dei distretti del Tennessee Occidentale in parte filo-secessionisti.

Fin dall'inizio della grave crisi secessionista fu uno degli Stati più divisi in opposti schieramenti politico-ideologici. Prima del bombardamento e relativa battaglia di Fort Sumter il Tennessee si dimostrò in realtà fermamente favorevole al mantenimento dell'unità nazionale, anche se nella regione più Occidentale si svilupparono alcuni punti caldi secessionisti.

La situazione generale evolvette al peggio quando Fort Sumter venne occupato con la forza dalle truppe sudiste e, come reazione, il Presidente degli Stati Uniti d'America legittimamente eletto Abraham Lincoln si ritrovò costretto ad appellarsi direttamente ai governi statali chiedendo di far richiamare in servizio attivo 75.000 volontari della milizia per poterli così inviare a "reprimere l'insurrezione" che si era verificata (con un tempo stimato di non più di tre mesi).

A questo punto i tennessiani considerarono una tale richiesta alla stregua di una esplicita minaccia rivolta contro i loro "fratelli del Sud" e le uniche sacche di unionisti rimaste provennero tutte dalla parte orientale dello Stato; nei fatti il Tennessee avrebbe fornito una quantità di truppe per l'Unione più di tutti gli altri Stati confederati messi assieme. Un numero 3 volte maggiore si offrirono invece come volontari tra le file secessioniste: 135.812 soldati confederati, 31.092 unionisti bianchi e 6.777 unionisti neri[3].

Foto di Nathan Bedford Forrest.

È interessante notare che il noto generale dei cavalleggeri confederati Nathan Bedford Forrest (futuro fondatore in Tennessee del Ku Klux Klan, nonché ricco mercante schiavista) votò in un primo momento contro la secessione, ma in seguito combatté strenuamente per il proprio Stato, quando questi si decise a scegliere la via della separazione unilaterale.

  1. ^ Tennessee 4 Me -, su tn4me.org. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2018).
  2. ^ Tennessee Civil War GIS Interactive Map - Tennessee Secretary of State, su sos.tn.gov. URL consultato il 3 aprile 2018.
  3. ^ American Civil War Research Database, su civilwardata.com. URL consultato il 3 aprile 2018.

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