Terza guerra d'indipendenza italiana

Terza guerra di indipendenza
parte del Risorgimento e della guerra austro-prussiana
La fanteria italiana respinge un attacco della cavalleria austriaca durante la battaglia di Custoza
Data20 giugno 1866 - 12 agosto 1866
LuogoRegno Lombardo-Veneto, Mare Adriatico
Casus belliAlleanza italo-prussiana.
Attacco della Prussia all'Austria del 15 giugno 1866
EsitoVittoria italiana
Modifiche territorialiAnnessione del Veneto, di Mantova e di parte del Friuli (attuali province di Udine e Pordenone) all'Italia
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Bandiera dell'Italia 220.000 combattenti regolari effettivi di cui 10.500 cavalleggeri. 38.000 volontari e 462 cannoni.[1]Bandiera dell'Impero austriaco 190.000 uomini, compresi quelli dei presidi, e 3.000 cavalleggeri. 152 cannoni.[2]
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La terza guerra d'indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero austriaco dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. Appartiene alla più ampia guerra austro-prussiana, della quale rappresentò il fronte meridionale. Ebbe origine dalla necessità dell'Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di eliminare l'influenza dell'Austria sulle rispettive nazioni.

Dopo l'attacco della Prussia all'Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell'aprile 1866, l'Italia dichiarò guerra all'Austria. Passato il confine, una parte dell'esercito italiano, comandata da Alfonso La Marmora, fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché ad esso seguì per l'Italia un'altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Fu invece una vittoria italiana la contestuale avanzata di Giuseppe Garibaldi nel Trentino, culminata nella battaglia di Bezzecca.

Nonostante le sconfitte di Lissa e Custoza, grazie agli accordi presi in precedenza e alla vittoria della Prussia sul fronte settentrionale, nonché all'intervento diplomatico della Francia, al termine della guerra l'Austria cedette formalmente alla Francia il Veneto (oltre a Mantova e a parte del Friuli), che fu girato all'Italia. Tale cessione fu poi confermata da un plebiscito.

L'Italia non annesse invece i territori conquistati nel Tirolo meridionale da Garibaldi, al quale, per porre fine alle ostilità e dare seguito agli accordi, re Vittorio Emanuele II chiese di cessare le operazioni militari. Garibaldi rispose con il celebre "Obbedisco". La terza guerra di indipendenza, che si concluse con l'armistizio di Cormons, fu il primo conflitto nel quale fu coinvolto il Regno d'Italia.

  1. ^ Pieri, p. 749.
  2. ^ Pieri, pp. 748-749.

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