Trattato di Amiens (1802)

Trattato di pace definitivo
Pagina del trattato con i sigilli appartenenti ai quattro firmatari
ContestoGuerra della seconda coalizione
Firma25 marzo 1802
LuogoAmiens, Francia
PartiBandiera della Francia Repubblica francese
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera della Spagna Regno di Spagna
Bandiera dei Paesi Bassi Repubblica Batava
NegoziatoriRobert Jenkinson
FirmatariGiuseppe Bonaparte
Charles Cornwallis
José Nicolás de Azara
Rutger Jan Schimmelpenninck
RatificatoriNapoleone Bonaparte
Re Giorgio III
Re Carlo IV
Governo di Stato
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Il trattato di Amiens fu firmato il 25 marzo 1802 (4 germinale dell'anno X del calendario rivoluzionario francese) tra Giuseppe Bonaparte e Lord Cornwallis sotto il nome di "trattato di pace definitivo" tra la Francia e il Regno Unito. Secondo l'accordo, la Gran Bretagna avrebbe riconosciuto come legittima la Repubblica francese.

Insieme al trattato di Lunéville del 1801, il trattato di Amiens segnò lo scioglimento della Seconda coalizione. Il conflitto si era svolto inizialmente a favore della Coalizione, con le sconfitte subite in Europa dall'esercito francese (periodo in cui Napoleone Bonaparte si trovava in Egitto). Dopo le vittorie francesi a Marengo (1800) ed a Hohenlinden, l'Austria, la Russia e il Regno di Napoli e Sicilia aprirono trattative per stipulare una tregua.

La vittoria di Lord Nelson nella battaglia di Copenaghen il (2 aprile 1801) annientò di fatto la Lega dei neutri e con essa anche le ambizioni napoleoniche di costringere la Gran Bretagna ad una possibile resa, inducendo così ad un cessate il fuoco e ad una conseguente ripresa dei negoziati. Il trattato fu reso possibile dalle dimissioni di William Pitt e dall'elezione al suo posto di Henry Addington, I visconte Sidmouth. I negoziatori britannici furono guidati da Robert Banks Jenkinson, II conte di Liverpool.

Il trattato, oltre a confermare la "pace, la fratellanza e la comprensione" tra le parti, stabilì anche la reciproca restituzione dei prigionieri e degli ostaggi. Il Regno Unito rinunciò alla Colonia del Capo (occupata dopo l'invasione del Pichegru, nel gennaio 1795, all'epoca della Convenzione Nazionale, che segnarono la fine della Repubblica delle Sette Province Unite) e a gran parte delle Indie Orientali Olandesi, rese alla Repubblica Batava e si ritirò dall'Egitto. Trattenne, però, le colonie spagnole di Trinidad e Tobago e olandesi di Ceylon. La Francia si ritirò dallo Stato Pontificio e delimitò i confini della Guyana francese. Malta, Gozo e Comino invece, secondo il trattato, dovevano essere restituite all'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme: si vedrà in seguito che così non fu: le isole divennero un protettorato inglese e i cavalieri dovettero trovare un'altra sede.


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