Venere (astronomia)

Venere
Venere, fotografato in colori reali dalla sonda MESSENGER
Stella madreSole
ClassificazionePianeta terrestre
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore1,0821×108 km
0,72333917250067 au[1]
Perielio1,0748×108 km
0,71845942390141 au
Afelio1,0894×108 km
0,72821892109992 au
Circonf. orbitale6,8×108 km
4,5455192431425 au[2]
Periodo orbitale224,701 giorni
(0,61520 anni)[1]
Periodo sinodico583,92 giorni
(1,5987 anni)[1]
Velocità orbitale
Inclinazione orbitale3,39°[1]
Eccentricità0,0067[1]
Longitudine del
nodo ascendente
76,68069°[1]
Argom. del perielio54,85229°[3]
Satelliti0[1]
Anelli0[1]
Dati fisici
Diametro medio12103,6 km[1]
Superficie4,6×1014 [3]
Volume9,2843×1020 [1]
Massa
4,8675×1024 kg[1]
0,815 M
Densità media5,243×103 kg/m³[1]
Flusso stellare1,91 [1]
Acceleraz. di gravità in superficie8,87 m/s²[1]
(0,905 g)[1]
Velocità di fuga10,36 km/s[1]
Periodo di rotazione243,69 giorni[1]
Velocità di rotazione
(all'equatore)
1,81 m/s[4]
Inclinazione assiale177,36°[1]
Temperatura
superficiale
  • 653 K (380 °C)[5] (min)
  • 737 K (464 °C)[5] (media)
Pressione atm.92 bar[1]
Albedo0,77[1]
Dati osservativi
Magnitudine app.
  • −4,38[1] (media)
Magnitudine app.−4,8

Venere[N 1] è il secondo pianeta[6] del sistema solare in ordine di distanza dal Sole con un'orbita quasi circolare che lo porta a compiere una rivoluzione in 225 giorni terrestri.[1] Prende il nome dalla dea romana dell'amore e della bellezza[6] e il suo simbolo astronomico è la rappresentazione stilizzata della mano di Venere che sorregge uno specchio (; Unicode: ♀).[7]

Con una magnitudine massima di −4,6, è l'oggetto naturale più luminoso nel cielo notturno dopo la Luna e per questo motivo è conosciuto fin dall'antichità. Venere è visibile soltanto poco dopo il tramonto e poco prima dell'alba[6] e per questa ragione è spesso stato chiamato dagli antichi Greci (e poi dai Romani) stella della sera o stella del mattino. La scoperta che si tratta dello stesso oggetto sarebbe stata introdotta in occidente da Pitagora, ma sarebbe dovuta agli astronomi della Mesopotamia.[8] Infatti nella Tavoletta di Venere di Ammi-Saduqa sono riportate osservazioni risalenti al 1550 a.C. o antecedenti, in cui non si fa distinzione fra l'astro del mattino e quello della sera.

Classificato come un pianeta terrestre, a volte è definito il "pianeta gemello" della Terra, cui è molto simile per dimensioni e massa. Tuttavia per altri aspetti è piuttosto differente dal nostro pianeta. L'atmosfera di Venere è costituita principalmente da anidride carbonica[6] ed è molto più densa dell'atmosfera terrestre, con una pressione al livello del suolo pari a 92 atm.[1] La densità e la composizione dell'atmosfera creano un impressionante effetto serra[6] che rende Venere il pianeta più caldo del sistema solare.

Venere è avvolto da uno spesso strato di nubi altamente riflettenti,[6] composte principalmente di acido solforico, che impediscono la visione nello spettro visibile della superficie dallo spazio. Il pianeta non è dotato di satelliti o anelli[1] e ha un campo magnetico più debole di quello terrestre.

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa (EN) David R. Williams (a cura di), Venus Fact Sheet, in NASA Space Science Data Coordinated Archive, NASA Goddard Space Flight Center, 23 dicembre 2016. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  2. ^ Calcolato come prodotto di periodo orbitale e velocità media.
  3. ^ a b (EN) Venus, su eightplanetsfacts.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
  4. ^ Calcolata con buona approssimazione a partire dal diametro medio e dal periodo di rotazione: 1,80598
  5. ^ a b (EN) Basilevsky A. T. e Head J. W., The surface of Venus, in Reports on Progress in Physics, vol. 66, n. 10, 2003, pp. 1699–1734, Bibcode:2003RPPh...66.1699B, DOI:10.1088/0034-4885/66/10/R04.
  6. ^ a b c d e f Venere, su archive.oapd.inaf.it. URL consultato il 15 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2017).
  7. ^ La storia di ♂ e ♀, su ilpost.it. URL consultato il 15 novembre 2017.
  8. ^ Claudio Elidoro, Vespero e Lucifero (PDF), su bo.astro.it, Osservatorio astronomico di Bologna, 2013.


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