XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America

Copia del XIV emendamento conservata negli archivi nazionali degli Stati Uniti d'America.

Il XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America è uno degli emendamenti approvati dopo la guerra di secessione noti con il nome di emendamenti della Ricostruzione. L'emendamento fu approvato con lo scopo di garantire i diritti degli ex schiavi. Oggi è alla base del giusto processo e della clausola di uguale protezione nelle leggi di ciascuno Stato. L'emendamento fu proposto il 13 giugno 1866 e fu ratificato il 9 luglio 1868.[1]

L'emendamento contiene una definizione ampia di cittadinanza che vanifica la sentenza Dred Scott contro Sandford della Corte suprema degli Stati Uniti che escludeva gli schiavi e i loro discendenti dal godimento dei diritti costituzionali. Le disposizioni approvate richiedono agli Stati dell'unione di garantire la stessa protezione legale a tutte le persone sottoposte alla loro giurisdizione. Questa clausola fu usata a metà del XX secolo per porre termine alla segregazione razziale negli Stati Uniti. Di questo processo è un esempio la sentenza Brown contro l'ufficio scolastico di Topeka. Le disposizioni sul giusto processo sono state invece alla base di casi molto importanti e controversi relativi al diritto alla privacy, all'aborto (Roe contro Wade), ecc.

Gli altri due emendamenti della Ricostruzione: il XIII (proibizione della schiavitù) e il XV (proibizione di limitazioni all'elettorato basate sulla razza).

  1. ^ (EN) Ginsberg, Benjamin, Theodore J. Lowi, and Margaret Weir, ed. We the People: An Introduction to American Politics; Sixth ed. New York: W.W. Norton & Company., A14. Tuttavia, la Biblioteca del Congresso, fornisce come data di ratifica il 28 luglio 1868

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