Albert Einstein

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Albert Einstein nel 1947
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la fisica 1921

Albert Einstein (pronuncia italiana [ˈalbert ˈainstain][1]; tedesca [ˈalbɛɐ̯t ˈaɪnʃtaɪn]; Ulma, 14 marzo 1879Princeton, 18 aprile 1955) è stato un fisico tedesco naturalizzato svizzero e statunitense.

Firma di Albert Einstein

Considerato il più importante fisico del XX secolo e in generale uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo, è conosciuto al grande pubblico per la formula dell'equivalenza massa-energia, E=mc²[2], definita "l'equazione più famosa al mondo",[3] per la relatività ristretta (1905), la relatività generale (1916) e molti altri suoi lavori, che ebbero una forte influenza anche sulla filosofia della scienza.[4][5] Nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica «per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico».[6] La teoria della relatività, insieme alla meccanica quantistica,[7][8] è ancor oggi uno dei pilastri della fisica moderna.

Nato a Ulma nel 1879 da una benestante famiglia ebraica, si trasferì con essa in Svizzera nel 1895, rinunciando alla cittadinanza tedesca l'anno successivo. Sempre nel 1896 conseguì il diploma superiore e nell'ottobre dello stesso anno fu ammesso al corso di matematica e fisica del Politecnico di Zurigo, da cui si laureò nel 1900. Dopo essere stato apolide per più di cinque anni, nel 1901 assunse la cittadinanza svizzera, che mantenne per il resto della sua vita. Nel 1914 fu eletto all'Accademia Reale Prussiana delle Scienze e nominato professore di fisica teorica, nonché direttore dell'Istituto di Fisica dell'Università Humboldt di Berlino, dove rimase fino al 1933.

Nel 1905, ricordato come annus mirabilis, all'età di 26 anni Einstein pubblicò quattro articoli dal contenuto fortemente innovativo. In essi si trattano l'effetto fotoelettrico e il moto browniano, è introdotta la relatività speciale e, a condizione che essa sia corretta, è dimostrata l'equivalenza massa-energia. Einstein nel 1909 identificò per primo il dualismo onda-particella, che caratterizzerà tutto il successivo sviluppo della meccanica quantistica. Nel 1916 pubblicò un primo articolo sulla relatività generale, contenente la sua teoria della gravitazione; in questo articolo previde, tra l'altro, l'esistenza delle onde gravitazionali, osservate per la prima volta esattamente un secolo dopo. Nel 1917 applicò la teoria della relatività generale alla struttura dell'universo e teorizzò i fenomeni di emissione spontanea e stimolata, la quale è il presupposto teorico per i dispositivi laser e maser. Nel 1924 estese agli atomi i risultati della statistica quantistica introdotta nel 1920 da Satyendra Nath Bose per i fotoni, formulando la cosiddetta statistica di Bose-Einstein.

Nel 1933, mentre Einstein era in visita negli Stati Uniti, Adolf Hitler salì al potere. A causa delle sue origini, Einstein non fece più ritorno in Germania,[9] stabilendosi negli Stati Uniti e diventando cittadino statunitense nel 1940.[10] Alla vigilia della seconda guerra mondiale, inviò una lettera al presidente Roosevelt nella quale lo avvisava del possibile sviluppo da parte della Germania di "bombe di un nuovo tipo estremamente potenti" e suggeriva agli Stati Uniti di cominciare a lavorare su ricerche di questo tipo.

Nel 1935 introdusse con Boris Podolsky e Nathan Rosen il paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen sull'entanglement quantistico, che ha aperto un filone di ricerca sull'interpretazione della meccanica quantistica e sulle sue applicazioni; negli ultimi anni di vita tentò invano di unificare la gravità e l'elettromagnetismo, forze fondamentali descritte dalle due teorie ch'egli considerava esemplari, e si oppose all'impostazione probabilistica della teoria quantistica, sostenendo che «Dio non gioca ai dadi»[11].

La rivista Time lo ha nominato "uomo del secolo" ("person of the century") nel dicembre 1999, dedicandogli l'ultima copertina del XX secolo,[12] e i suoi traguardi intellettuali e la sua originalità hanno reso il termine "Einstein" sinonimo di "genio".[13] Eugene Wigner scrisse di lui:[14]

(inglese)
«Einstein's understanding was deeper even than Jancsi von Neumann's. His mind was both more penetrating and more original than von Neumann's. And that is a very remarkable statement.»
(italiano)
«La comprensione di Einstein fu più profonda persino di quella di Jancsi von Neumann. La sua mente era sia più acuta sia più originale di quella di von Neumann. E questa è un'affermazione molto notevole.»
  1. ^ Luciano Canepari, Einstein, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
    Meno consigliata la pronuncia intenzionale [ˈainʃtain].
  2. ^ Einstein non sostenne tuttavia l'uso del concetto di massa relativistica, oggi considerato obsoleto, preferendo definire l'equivalenza massa-energia rispetto alla massa a riposo: E0 = m0 c2. Si vedano le voci Massa invariante e Massa relativistica.
  3. ^ David Bodanis, E = mc2: A Biography of the World's Most Famous Equation, New York, Walker, 2000.
  4. ^ Don A. Howard (a cura di), Einstein's Philosophy of Science, su Stanford Encyclopedia of Philosophy, The Metaphysics Research Lab, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Stanford University, 2014 [11 febbraio 2004]. URL consultato il 4 febbraio 2015 (archiviato il 13 aprile 2021).
  5. ^ Don A. Howard, Albert Einstein as a Philosopher of Science (PDF), in Physics Today, vol. 58, n. 12, dicembre 2005, pp. 34-40, Bibcode:2005PhT....58l..34H, DOI:10.1063/1.2169442, ISSN 0031-9228 (WC · ACNP). URL consultato il 2 giugno 2019 (archiviato il 28 agosto 2015). Ospitato su University of Notre Dame, Notre Dame, Indiana, pagina personale dell'autore.
  6. ^ The Nobel Prize in Physics 1921, su nobelprize.org. URL consultato il 27 ottobre 2013 (archiviato il 3 luglio 2018).
  7. ^ (EN) Edmund Taylor Whittaker, Albert Einstein. 1879–1955, in Biographical Memoirs of Fellows of the Royal Society, vol. 1, 1º novembre 1955, pp. 37-67, DOI:10.1098/rsbm.1955.0005, JSTOR 769242.
  8. ^ Fujia Yang e Joseph H. Hamilton, Modern Atomic and Nuclear Physics, World Scientific, 2010, ISBN 978-981-4277-16-7.
  9. ^ Thomas Levenson, The Scientist and the Fascist, in The Atlantic, 9 giugno 2017. URL consultato il 2 giugno 2019 (archiviato il 12 maggio 2019).
  10. ^ Paul S. Boyer e Melvyn Dubofsky, The Oxford Companion to United States History, Oxford University Press, 2001, p. 218, ISBN 978-0-19-508209-8. URL consultato il 2 giugno 2019 (archiviato il 2 agosto 2020).
  11. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :1
  12. ^ Person of the Century: Albert Einstein, su TIME.com. URL consultato il 1º marzo 2025.
  13. ^ Result of WordNet Search for Einstein, su wordnetweb.princeton.edu, The Trustees of Princeton University. URL consultato il 2 giugno 2019 (archiviato il 28 agosto 2015).
  14. ^ Eugene Paul Wigner e Andrew Szanton, The Recollections of Eugene P. Wigner, Springer, 2013, p. 170.

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