Archivio di deposito

«L'archivio di deposito è quel complesso di documenti relativi ad affari esauriti, non più occorrenti alla trattazione degli affari in corso ma non ancora destinata istituzionalmente alla conservazione permanente e alla consultazione da parte del pubblico»

L'archivio di deposito, secondo la legislazione italiana, è la seconda fase della vita dell'archivio. Durante il periodo di deposito la documentazione versata dagli organi periferici dello Stato negli Archivi di Stato competenti giace per trent'anni[1], vicino al termine dei quali vanno effettuate le operazioni di scarto del materiale che non si intende conservare da parte delle commissioni di sorveglianza e scarto riunite appositamente. Il materiale che non è scartato entra nella fase storica.

In area francese e tedesca la fase dell'archivio di deposito è invece distinta in due fasi separate: una di giacenza e una di scarto (detta "archivio intermedio" in Germania e "prearchivio" in Francia).

  1. ^ Nel D.P.R. 1409/1963 si prevedeva 40 anni, poi confermata nel decreto legislativo 42/2004, ossia il Codice dei beni culturali (art. 41, comma 1). Questo termine è stato recentemente modificato con il D.L. n. 83 del 31 maggio 2014 che lo ha appunto abbassato a 30 anni (art. 12, comma 4, lettera a). Cfr. D.L. 31 maggio 2014, n. 83.

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