Rospo dorato | |
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Incilius periglenes | |
Stato di conservazione | |
Estinto (1989)[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Amphibia |
Sottoclasse | Lissamphibia |
Ordine | Anura |
Famiglia | Bufonidae |
Genere | Incilius |
Specie | I. periglenes |
Nomenclatura binomiale | |
Incilius periglenes (Savage, 1967) | |
Sinonimi | |
Bufo periglenes |
Il rospo dorato (Incilius periglenes (Savage, 1967)) era un minuscolo anfibio sino a poco tempo fa diffuso in una ristretta area di circa 10 km² di foresta tropicale della Costa Rica centrale e precisamente nella cordillera di Tilarán (provincia di Monteverde) fra i 1.500 ed i 1.620 metri d'altitudine.[1][2]
La specie è stata classificata estinta dall'UICN nel 2004. L'ultimo esemplare di rospo dorato era stato osservato nel 1989 e, nonostante le prolungate ricerche fatte in seguito, non è stato possibile ritrovare nessun altro esemplare vivente[3].
Tra le possibili cause dell'estinzione è stato proposto il surriscaldamento globale[4][5][6]. Infatti, a causa della loro pelle umida e del fatto che iniziavano la loro vita in acqua erano particolarmente suscettibili ai mutamenti del loro habitat, che sembra dovuto all'innalzamento della fascia che nutre la foresta con la sua nebulosa atmosfera di acqua. Le montagne riscaldandosi fanno risalire la nebbia dalla foresta al punto da prosciugare gli stagni dei rospi dorati.
Altro possibile fattore chiamato in causa è la chitridiomicosi, una malattia della pelle degli anfibi causata dal fungo Batrachochytrium dendrobatidis.