Raphus cucullatus

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Dodo
Calco dello scheletro e ricostruzione basata sugli studi recenti (museo di storia naturale di Oxford)
Stato di conservazione
Estinto[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdineColumbiformes
FamigliaColumbidae
SottofamigliaRaphinae
GenereRaphus
Brisson, 1760
SpecieR. cucullatus
Nomenclatura binomiale
Raphus cucullatus
(Linnaeus, 1758)
Areale

Il dodo o dronte (Raphus cucullatus (Linnaeus, 1758)) è un uccello estinto incapace di volare endemico di Mauritius, un'isola dell'oceano Indiano a est del Madagascar. Suo parente più stretto dal punto di vista genetico era il solitario di Rodriguez, anch'esso scomparso, assieme al quale costituiva la sottofamiglia dei Rafini (Raphinae), un clade di specie incapaci di volare appartenente alla famiglia che comprende tortore e colombi. Tra le creature tuttora viventi, il parente più stretto del dodo è il colombo delle Nicobare. Un tempo si credeva che fosse esistito anche un dodo bianco sulla vicina isola di Réunion, ma oggi si ritiene che questa ipotesi fosse semplicemente il frutto di un errore causato da avvistamenti dell'ibis di Réunion, un'altra specie estinta, e all'esistenza di dipinti che raffigurano dodo bianchi.

I resti subfossili indicano che il dodo misurava circa 1 metro di altezza e poteva pesare in natura 10,6-17,5 kg. Il suo aspetto in vita è testimoniato solo da disegni, dipinti e resoconti scritti del XVII secolo. Poiché gli esemplari ritratti variano considerevolmente, e poiché sappiamo che solo alcune delle illustrazioni sono state tratte da esemplari vivi, quale fosse l'aspetto esatto del dodo in vita rimane tuttora un mistero e il suo comportamento è poco conosciuto. È stato raffigurato con un piumaggio grigio-brunastro, piedi gialli, un ciuffo di penne al posto della coda, una testa grigia e glabra e un becco nero, giallo e verde. Utilizzava gastroliti che lo aiutavano a digerire ciò di cui si nutriva, frutta a quanto pare, e si ritiene che il suo habitat principale fossero le aree boschive delle aree costiere più asciutte di Mauritius. Una testimonianza afferma che la sua covata consisteva in un singolo uovo. Si presume che il dodo avesse perso la capacità di volare a causa della grande disponibilità di cibo e della relativa assenza di predatori sull'isola. Sebbene il dodo sia stato descritto in passato come un uccello grasso e goffo, oggi si pensa che sia stato una specie perfettamente adattata al suo ecosistema.

Il primo riferimento al dodo di cui si ha notizia risale al 1598 ed è opera di alcuni marinai olandesi. Negli anni successivi, l'uccello venne cacciato da marinai e specie invasive, mentre il suo habitat venne distrutto. L'ultimo avvistamento accertato risale al 1662. La sua estinzione non venne immediatamente notata e alcuni ritennero addirittura che si trattasse solo di un mito. Nel XIX secolo furono condotte ricerche su quel poco che rimaneva di quattro esemplari che erano stati portati in Europa all'inizio del XVII secolo. Tra questi resti c'era una testa essiccata, l'unico tessuto molle del dodo giunto fino a noi. Da allora, a Mauritius è stata raccolta una grande quantità di materiale subfossile, soprattutto nell'area della palude chiamata Mare-aux-Songes. L'estinzione del dodo dopo neanche un secolo dalla sua scoperta ha richiamato l'attenzione sul problema precedentemente non riconosciuto del coinvolgimento dell'uomo nella scomparsa di intere specie. Il dodo è divenuto noto al grande pubblico per il ruolo interpretato nella storia di Alice nel Paese delle Meraviglie, e da allora è divenuto un protagonista fisso nella cultura popolare, spesso come simbolo di estinzione e obsolescenza.

  1. ^ (EN) BirdLife International. 2016, Raphus cucullatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.

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